Tappa mista
Un percorso di 194 km per un dislivello di 1.730 metri. La tappa numero 10 del Giro d’Italia 2022 è considerata una “tappa mista”.
Dopo la salita del Blockhaus e la giornata di riposo, si riparte da Pescara, con i primi 90 Km in zona pianeggiante e costiera; la seconda parte della tappa si svolge in zona ondulata lungo i Muri dell’area di Jesi (Ancona). Dopo Civitanova Marche (Macerata), infatti, non ci sono evidenti tratti di riposo.
Si scalano Civitanova Alta, Sant’Ignazio di Montelupone, Recanati, Filottrano, Santa Maria Nova e Monsano. Tutte salite impegnative, con alcuni tratti molto ripidi, che porteranno a Jesi un gruppetto selezionato per lo sprint finale.
“Nell’apprendere che Pescara è stata indicata come sede di partenza di una frazione della centocinquesima edizione del Giro d’Italia (nel 2022), esprimo il mio vivo compiacimento per la preferenza da Voi accordata alla mia città – commenta il sindaco Carlo Masci – Pescara è infatti per vocazione una realtà dinamica, pronta a nuove sfide e che guarda al futuro con la ferrea volontà del suo popolo di superare le difficoltà del presente. In questo senso l’approdo della “corsa rosa” rappresenta motivo di fiducia e di entusiasmo, nel solco di quel profondo legame tra la gente d’Abruzzo e le imprese dei più grandi campioni del ciclismo, peraltro, per restare ad anni più recenti, già realizzatosi nel 2001, quando Pescara visse una tre giorni storica per aver ospitato il via ufficiale del Giro, e nel 2013 per l’arrivo di una tappa ancora viva nel ricordo di tutti. Allo stesso modo, anche per il 2022, questo prestigioso evento si rivelerà lo scenario di un’autentica festa dello sport”.
“Dopo ben 37 anni Jesi torna sede di tappa del Giro d’Italia. È una enorme soddisfazione – commenta il sindaco Massimo Bacci – perché questa manifestazione fa parte della storia del nostro Paese. Per il nostro territorio, per le Marche – regione dove il ciclismo è nel sangue – sarà una importantissima vetrina. E sarà anche una bella occasione per ricordare Michele Scarponi che queste strade le ha percorse in lungo in largo e la cui limpida testimonianza di uomo e di atleta resta una delle pagine più belle del ciclismo italiano”.