Il video
Prende corpo, secondo la difesa, l’ipotesi del suicidio per Annamaria D’Eliseo. Emergono elementi, in parte già noti, dal sopralluogo con le parti, predisposto dalla Procura di Lanciano (Chieti) ed eseguito dai carabinieri, nel garage seminterrato della villetta di località Iconicella, dove il 15 luglio scorso Aldo Di Nunzio riferì al 112 di aver trovato il corpo della moglie senza vita.
Oltre alla scala a forbice, rinvenuta da subito accanto al cadavere, il perito della difesa ha individuato la pignatta rotta del solaio, lasciato allo stato grezzo e senza intonaco, che la donna avrebbe potuto utilizzare facendo passare, attraverso i fori del laterizio, il filo elettrico con cui si sarebbe in seguito lasciata cadere nel vuoto, attorcigliandolo al collo.
I militari della scientifica hanno scandagliato di nuovo il garage, stavolta con la tecnica del 3D, per ricostruire la scena del presunto suicidio. Una tecnica di virtualizzazione di reperti e dei luoghi reali in ambienti tridimensionali, ricreati al computer, con la successiva simulazione dei fenomeni fisici che sono avvenuti all’interno.
Uno strumento in più per il puzzle che gli inquirenti cercano di comporre per giungere alla verità.
E’ trascorso quasi un mese dalla morte della 60enne, collaboratrice scolastica della primaria “Eroi Ottobrini”; una donna socievole, disponibile, sempre pronta ad aiutare e benvoluta da tutti.
Chi la conosceva fatica a credere al gesto autolesionistico. Anche la procura sin da subito ha nutrito dubbi, tanto da indagare per omicidio volontario il marito 70enne, vigile del fuoco in pensione.
L’autopsia non ha chiarito in prima analisi la dinamica del decesso, lasciando aperte entrambe le ipotesi. I risultati sono attesi per ottobre prossimo. Resta da capire se la pignatta, alla quale si sarebbe appesa la donna, di corporatura robusta, possa aver retto il peso di 80 kg.
Il caso ha suscitato clamore in città, rimbalzando nella cronaca nazionale come il più classico dei gialli estivi.