È caduto nel vuoto l’appello, al tribunale del riesame dell’Aquila, con cui Aldo Rodolfo Di Nunzio chiedeva la revoca della custodia cautelare in carcere.
Il 71enne, ex ispettore dei vigili del fuoco, è accusato di aver strangolato la moglie Annamaria D’Eliseo, 60 anni, e di averne inscenato il suicidio.
Il corpo della donna, collaboratrice scolastica all’I.C. “Mario Bosco” di Lanciano, venne ritrovato nella cantina-rimessa della abitazione della coppia, una villa in località Iconicella.
Fu proprio l’uomo a chiamare i soccorsi, dicendo di aver trovato la moglie impiccata al solaio e di averla adagiata sul pavimento, per cercare di rianimarla in attesa dell’ambulanza.
Ma a questa versione gli inquirenti non hanno mai creduto.
L’uomo fu subito indagato e, allo scadere dei 18 mesi di indagini, è stato arrestato per omicidio volontario aggravato.
La difesa è affidata all’avvocato Silvia De Santis del foro dell’Aquila. “L’ordinanza di rigetto del Riesame è stata comunicata oggi pomeriggio”, dice al Tgmax.
Nell’interrogatorio di garanzia in carcere a Lanciano, dove Di Nunzio è rinchiuso da un mese, l’indagato ha continuato a professarsi innocente.
Ma ad incastrare il 71enne alle sue responsabilità ci sarebbe la registrazione audio della telecamera di videosorveglianza esterna della villa, del 15 luglio 2022, giorno in cui la bidella morì.
La voce di donna registrata gridava “no, lasciami… no, lasciami”.
Con l’ordinanza odierna, il tribunale del Riesame dell’Aquila ha ritenuto ancora sussistenti i gravi gli indizi di colpevolezza di Di Nunzio. Un mese fa la svolta nelle indagini, portate avanti dal procuratore capo di Lanciano, Mirvana Di Serio, e dal sostituto Fabiana Rapino, su indagine dei carabinieri.
All’esito della consulenza informatica di Cristian Franciosi, depositata l’8 gennaio scorso, sono stati scoperti frammenti video registrati dalla telecamera della villa in cui, nel corso di sei secondi, si sente la voce della donna che grida: “No, lasciami, no, lasciami”.
Oggi al Riesame l’imputato è stato sentito in videoconferenza dal supercarcere di Lanciano: ha confermato di essere innocente e di non aver fatto alcun male alla moglie.
Il difensore, l’avvocato De Santis dell’Aquila, aveva chiesto misure meno afflittive, quali l’obbligo di firma e/o di dimora, e in ultima istanza gli arresti domiciliari. In attesa di altre iniziative della difesa, Di Nunzio resta agli arresti in carcere per il presunto uxoricidio.