Emendamento respinto in aula

“Un tradimento non solo dell’accordo politico raggiunto a maggio dello scorso anno con le forze di opposizione in consiglio comunale, ma anche e soprattutto il tradimento delle legittime aspettative di maggiore sicurezza dei lancianesi”. I gruppi di minoranza a Lanciano (Chieti) non usano mezzi termini per definire l’atteggiamento tenuto dalla maggioranza del sindaco Mario Pupillo nel corso dell’ultima seduta dell’assise civica, in cui “il centrosinistra ha fatto una clamorosa retromarcia”, si legge nella nota diffusa alla stampa, sul Regolamento riguardante la Polizia municipale e sulle altre iniziative volte ad aumentare la sicurezza in città, rinviando l’adozione di tutte le misure concordate in Commissione al 31 dicembre 2020, vale a dire tra oltre un anno e mezzo.
Un dietrofront che, per i rappresentanti del centrodestra e delle liste civiche, “non ha alcuna spiegazione logica, ma che va ricondotta solo a motivi ideologici che animano troppo spesso alcuni esponenti della coalizione del primo cittadino”.
“Nel corso della seduta, ad esempio – spiegano i gruppi di minoranza – è stato bocciato l’emendamento presentato dalla minoranza per potenziare la rete delle telecamere di videosorveglianza. Per Pupillo e i suoi quelle attualmente installate sono infatti già più che sufficienti per assicurare sonni tranquilli ai cittadini e per fornire supporto alle indagini delle forze di polizia. Peccato che appena qualche giorno fa, il capogruppo di Progetto Lanciano – prosegue la nota – avesse detto di essere favorevole all’ampliamento del sistema di videosorveglianza salvo poi votare contro in Aula. Così come ha votato contro all’armamento degli agenti della polizia municipale, anche se nella stessa occasione aveva aggiunto di aver presentato una proposta per dotare di taser gli operatori (mentre è chiaro che questo non sia possibile, non essendo stato approvato il Regolamento)”.
“Ma per portare avanti le proprie idee, bisognerebbe avere coraggio”, scrivono i gruppi nella nota.
Posizioni che per i gruppi di minoranza “rasentano il ridicolo, visto che nel bilancio comunale la maggioranza ha previsto 26 mila euro per la vigilanza armata privata negli uffici delle Politiche sociali”.
“Questo – dicono i consiglieri di opposizione – dimostra le contraddizioni del governo Pupillo, che dice sì alle armi negli uffici comunali, a patto però che a indossarle siano guardie giurate di società private e non dipendenti pubblici formati e addestrati, che indossano una divisa proprio per proteggere i loro concittadini”.