“In quel momento ho visto nero, il Diavolo si è impossessato di me”. Così Angelo Bernardone, 76 anni, ha confessato l’omicidio della moglie Maria Conese, avvenuto nel pomeriggio di Santo Stefano, del 2021.
Nella ultima udienza del processo in Corte d’Assise, a Lanciano (Chieti), per l’imputato la pubblica accusa ha chiesto la pena di 24 anni di reclusione per omicidio volontario, con le attenuanti generiche.
Nel frattempo Bernardone è un uomo libero, vive in Molise.
La difesa, affidata all’avvocato Cocchino, ha invece chiesto l’assoluzione di Bernardone, in subordine la derubricazione del reato a omicidio preterintenzionale, con le attenuanti generiche. Secondo il legale, infatti, al momento dell’omicidio per l’imputato sussistevano le condizioni per la semi infermità mentale.
Giampaolo Di Marco, legale di parte civile per i quattro figli della vittima e dell’imputato, ha chiesto il risarcimento danni complessivo di 100 mila euro da devolvere in favore di associazioni a difesa delle donne vittime di violenza.
La sentenza alle ore 11
Il presidente di Corte Massimo Canosa, alle ore 11 ha letto il dispositivo di sentenza, con cui Bernardone è stato condannato a 14 anni di reclusione. L’imputato è stato condannato anche al pagamento del risarcimento danni per i quattro figli.
La difesa farà appello? “Decideremo dopo aver letto le motivazioni della sentenza, quando saranno depositate”, commenta l’avvocato Cocchino.