Oggi pomeriggio al quartiere Santa Rita.
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La parrocchia dello “Spirito Santo” nel quartiere Santa Rita, a Lanciano (Chieti), si è stretta attorno al feretro di Fernando Di Nella, 62 anni, una delle tre vittime del 13 settembre scorso, a causa della deflagrazione improvvisa avvenuta alla Esplodenti Sabino di Casalbordino.
I fedeli accorsi hanno partecipato con profondo cordoglio alla funzione funebre.
C’erano i colleghi di lavoro, parenti, gli amici di famiglia, conoscenti. La chiesa, gremita di gente, non è riuscita a contenerli tutti.
Al primo banco, alla sinistra del feretro, la vedova Giuliana e le figlie della vittima, Monia e Sara, giunte in chiesa abbracciate, dieci minuti prima dell’inizio delle esequie.
Al primo banco, a destra del feretro di Di Nella, erano insieme i sindaci dei comuni di provenienza delle vittime: Filippo Paolini, per Lanciano, oggi in un lutto cittadino; Filippo Marinucci, sindaco di Casalbordino e Maria Di Lena, sindaco di Palata (Campobasso).
Qualche banco più dietro, era presente anche Gianluca Salvatore, il presidente dell’azienda finita nel mirino della magistratura di Vasto, meno di tre anni dopo un altro tragico incidente sul lavoro, avvenuto il 21 dicembre 2020 e costato la vita ad altri tre operai.
A spezzare il silenzio attonito che ha accompagnato la celebrazione funebre, gli applausi spontanei dei partecipanti: il primo dopo l’omelia di Don Nicola Giampietro, “mai più morti sul lavoro”, con cui ha esortato politica, istituzioni, società civile a cambiare. “Siamo nel 2023, il lavoro di Fernando altamente rischioso – ha detto – dovrebbe svolgerlo un robot”.
Poi il commiato, tra le lacrime, delle due figlie, “ci hai insegnato il valore della famiglia e cos’è l’amore. Grazie papà”.
Infine il sindaco Paolini, che di Fernando ha ricordato “sorriso e occhi sereni, di chi ha alle spalle una famiglia serena”.
Ancora un applauso, l’ultimo, ha accompagnato il feretro di Fernando Di Nella sul sagrato, all’uscita dalla chiesa.
Domani a Palata si svolgeranno a Santa Maria La Nova, alle ore 10.30, i funerali di Gianluca De Santis, 43 anni. Schiva le telecamere il sindaco Di Lena, che al Tgmax dice soltanto “Siamo rimasti tutti senza parole e senza lacrime. Massima riservatezza per la famiglia, straziata dal dolore”. E si avvia a riprendere l’auto comunale al parcheggio di piazza San Giovanni Paolo II.
A Casalbordino, invece, per le esequie di Giulio Romano, 56 anni, occorrerà ancora qualche giorno, per via degli esami autoptici e genetici ancora in corso, all’obitorio dell’ospedale di Chieti. Il sindaco Marinucci commenta al Tgmax, “Oggi è il giorno del dolore, di tre comunità, per piangere assieme ai familiari queste vittime di un incidente sul lavoro. Del resto si occuperà la magistratura”.
L’omelia di Don Nicola
Don Nicola ha espresso “Vicinanza e saluto del nostro arcivescovo, Emidio Cipollone, impegnato a Roma alla Conferenza episcopale italiana. Ogni giorno – ha detto il celebrante durante l’omelia – ci troviamo di fronte a una triste litania, con due o tre vittime al giorno, persino quattro. Ora siamo davanti al corpo straziato di Fernando. La sua morte ha coinvolto il suo quartiere, la città e anche oltre, a livello nazionale”.
“Fernando e tutte le altre vittime sono qui e ci chiedono conto – prosegue Don Nicola – non bastano le emozione forti o che commuoverci, ma occorre che le cose cambino, occorrono scelte di consapevolezza”.
“Fernando è una vittima innocente – ha detto inoltre Don Nicola -. Dal libro dell’Apocalisse abbiamo ascoltato cieli nuovi e terra nuova, dove regna la giustizia. Dio ci chiede di rendere questa terra migliore ogni giorno di più. E allora ci dobbiamo lasciare inquinare dallo sguardo di tutti i morti sul lavoro e anche se vorremmo abbassare i nostri, dalla vergogna, dobbiamo invece lasciarci guardare. Perché il loro sguardo è supplica accorata, perché non capiti più quello che è accaduto a loro. Il mondo non va, soprattutto se oggi nel 2023 si muore ancora sul lavoro”.
“Perché queste morti non capitino più – ha proseguito Don Nicola nell’omelia – è necessaria una cultura della cura, del primato del bene comune su quello individuale; è necessario un cambiamento culturale. Siamo nel 2023, il lavoro di Fernando altamente rischioso dovrebbe svolgerlo un robot”.
“Sull’attenzione all’altro si compie il giudizio di Dio. Rinnoviamo l’invito a quanti hanno responsabilità politiche, istituzionali e sociali affinché non si ripetano tali morti assurde”.
E infine, “Grazie caro Fernando, ti salutiamo e ti diciamo arrivederci, con la certezza che ci ritroveremo insieme in un’altra vita oltre ogni fatica”.
Un lungo applauso ha salutato l’omelia di Don Nicola Giampietro.
Il commiato delle figlie Monia e Sara
“Ciao papà, vogliamo dirti quanto siamo orgogliose di te, un uomo che ha costruito un impero, l’impero della sua famiglia. Grazie per averci amate e cresciute, per i valori che ci hai trasmesso, della famiglia, della lealtà, dell’amore. Bastava guardare te e la mamma abbracciati, per capire il vero significato dell’amore. L’onestà è stata il tuo ideale, il lavoro la tua vita e la famiglia il tuo amore. Affrontare tutto senza di te non sarà facile, ma abbiamo il tuo coraggio. Non so più quante volte mi hai accompagnata in stazione, e aspettavi fino a quando il treno non partiva. Oggi siamo noi che ti salutiamo fuori dal finestrino e ti auguriamo buon viaggio”.
E infine, rivolte ai presenti, “Grazie a tutti per l’affetto e il calore di questi giorni”.
Applauso e lacrime.
Il saluto del Sindaco Paolini
“Porto le condoglianze di tutta la città alla famiglia, ma parlare dopo le figlie non è facile – ha esordito il sindaco di Lanciano, Filippo Paolini -. Nell’incontro casuale con Fernando – ricorda Paolini – mi ha colpito il suo sorriso. Io guardo sempre negli occhi le persone, e mi colpirono molto i suoi, hanno il timbro dell’onestà, della serenità. Si capiva che dietro c’era una famiglia serena”.
“Cosa dire ancora? Il silenzio vale più delle parole, nessuno può capire più di voi il dolore”, ha detto rivolto alla famiglia.
“Quando ho proclamato il lutto cittadino, che è una ordinanza del sindaco – ha precisato – l’ho fatto con il cuore, per far sì che ognuno di noi possa riflettere come vivere questo momento di dolore della famiglia”.
Il saluto del sindaco di Casalbordino
“Sono qui per rappresentare la città di Casalbordino – ha detto il sindaco Filippo Marinucci – e far sentire la vicinanza alla famiglia. Ci sono tre comunità che si stringono in questo momento di dolore. Preghiamo per questi tre angeli che adesso sono in Paradiso, a guardarci”. Poi, l’abbraccio alla famiglia.