La notizia
Per la prima volta Pescara finisce nel mirino della Direzione distrettuale antimafia, e scatta il blitz dei carabinieri al famigerato Ferro di Cavallo del quartiere Rancitelli.
“Qui pensavano che tutto fosse possibile”, commenta il comandante provinciale dell’Arma di Pescara colonnello Riccardo Barbera, dopo aver arrestato 20 persone, quasi tutte in carcere, e molte sono di etnia Rom.
I reati principali contestati sono l’associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, possesso di armi ed esplosivo, traffico illecito di sostanze stupefacenti, tentato omicidio, minaccia aggravata e truffa. A Pescara c’è “Una mafia autoctona ma non meno pericolosa delle altre mafie”, dice il comandate provinciale dei carabinieri.
“Le persone indagate pensavano che il Ferro di Cavallo potesse essere una zona franca dove tutto era lecito”, o almeno fino alla maxi retata di oggi.
“Il gruppo malavitoso operava a Rancitelli e al Ferro di Cavallo ma aveva anche una sorta di controllo nel carcere San Donato”, dice il comandante del Nucleo Investigativo provinciale Antonio Bandelli, che ha sequestrato il “telefonino con cui il leader dell’organizzazione dava ordini dall’interno della casa circondariale”.
Le indagini sono durate quasi tre anni, anche attraverso l’utilizzo di telecamere installate nella zona del Ferro di Cavallo, che hanno permesso di raccogliere indizi su una sorta di cartello della droga costituito dagli indagati per piazzare e vendere lo stupefacente, ma non solo.
Nel periodo delle indagini sono state registrate quattro azioni violente nei confronti di operatori della stampa nazionale, tra gli episodi anche le aggressioni ai danni dei giornalisti Vittorio Brumotti e Daniele Piervincenzi. Aggressioni vi sono state nel tempo anche durante le operazioni di sfratto dal Ferro di Cavallo.
Gli arrestati sono rinchiusi nelle carceri di Pescara, Teramo e Perugia.
Tra gli altri reati contestati vi sono anche il danneggiamento aggravato, accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti, occupazioni abusive di immobili.
Le misure cautelari sono state emesse dal gip del Tribunale dell’Aquila, Marco Billi, su richiesta del Procuratore Distrettuale Antimafia dell’Aquila, Michele Augusto Renzo, e del pm Stefano Gallo.