Pescara, 27 giugno 2016 – Cgil, Cisl, Uil manifesteranno martedì 28 giugno a sostegno dei lavoratori migranti che hanno perso il lavoro e sono rimasti privi di permesso di soggiorno. I sindacati organizzeranno dei presidi unitari davanti alle Prefetture abruzzesi, per chiedere espressamente ai Prefetti di essere ricevuti al fine di esporre le motivazioni della loro protesta e per chiarire le richieste presentate ripetutamente ma senza risultato al Governo in questi anni. I segretari generali Del Fattore di Cgil, Spina della Cisl e Campo della Uil, rinnovano le richieste in merito alla proroga a due anni della durata del permesso di soggiorno per attesa occupazione; alla regolarizzazione delle posizioni dei migranti che hanno già perso il permesso di soggiorno; e alla lotta al lavoro nero ed al grave sfruttamento che ne scaturisce.
“La lunga crisi economica del nostro paese ha colpito non solo i lavoratori italiani, ma anche gli stranieri, che, quando perdono il lavoro, perdono pure il diritto di vivere in Italia”, scrivono in una nota i tre segretari generali. “A causa di norme assolutamente inadeguate, dopo il licenziamento ed un periodo di disoccupazione, diventano immigrati irregolari – dichiara Spina, segretario Cisl Abruzzo Molise -. Sono centinaia di migliaia gli stranieri che negli ultimi 8 anni hanno perso il lavoro e non sono riusciti a trovarne un altro entro i dodici mesi successivi, termine massimo per poter rinnovare il permesso di soggiorno. Moltissimi – prosegue Spina – sono stati costretti ad andarsene per cercare lavoro all’estero, spesso lasciando le famiglie in gravi difficoltà; altri hanno fatto rientro nel proprio Paese d’origine. Nel solo biennio 2014 – 2015 oltre 300 mila permessi non sono stati rinnovati. Circa 100 mila stranieri si sono trasferiti all’estero, i restanti 200 mila sono rimasti nel nostro paese, ma sono scivolati nell’illegalità del lavoro sommerso, con conseguenze ancora più drammatiche per i loro familiari a carico, soprattutto per i minori, magari nati in Italia”.
“Da troppo tempo – scrivono inoltre i tre segretari generali – Cgil, Cisl, Uil chiedono all’Esecutivo di estendere a 2 anni la durata del permesso per attesa occupazione”; non vogliono una semplice proroga, bensì “anche per gli stranieri, durante il periodo di attesa, deve essere introdotto il vincolo delle politiche attive del lavoro, con l’obbligo-opportunità di partecipare a colloqui di orientamento, a corsi di formazione professionale, a percorsi di reimpiego”.
“E’ necessario comunque regolarizzare chi il permesso lo ha già perso – continua Spina -, altrimenti, l’alternativa sarebbe drammatica: un numero enorme di irregolari, senza diritti e a basso costo, resterebbe alla mercé dei caporali e delle imprese che non rispettano la legge, e a svantaggio di tutti gli altri lavoratori, italiani e stranieri, e delle aziende che invece operano correttamente. Ricordo che il lavoro nero in molti settori produttivi continua a generare situazioni di grave sfruttamento e risulta spesso funzionale a fenomeni di tratta e lavoro forzato”.
Le Confederazioni ritengono, infine, necessario garantire anche l’uniformità delle procedure di rinnovo dei permessi di soggiorno agli stranieri che perdono il lavoro. “Chiediamo al Governo di fornire indicazioni univoche alle Questure, perché le procedure di rinnovo del permesso vengano applicate correttamente, ed in maniera omogenea, su tutto il territorio nazionale”, conclude Spina.
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