Sarah e Harriet, due delle tre figlie di Michele Faiers, sono venute in Italia dalla Gran Bretagna per il dissequestro del casolare dove la loro mamma fu trovata priva di vita, il primo novembre scorso, uccisa con nove coltellate.
Dapprima le formalità di rito nella caserma dei carabinieri di Casoli (Chieti), poi la visita nell’abitazione di contrada Verratti, dove la Faiers viveva con il compagno Micheal Withbread, 74 anni, suo presunto assassino, che si trova in prigione a Londra.
Una visita breve quella delle due giovani donne, accompagnate in auto del corpo diplomatico, dalla vice console dell’ambasciata britannica a Roma Vittoria Dominijanni.
Volti celati, al riparo da sguardi indiscreti, con cappucci e felpe.
Sono rimaste meno di mezz’ora dentro la casa che Michele, 66 anni, aveva scelto come dimora per trascorrervi la sua vita da pensionata, affascinata dal panorama di colline disegnate da oliveti e vigneti e dalla Maiella.
Una vita nuova immersa nella natura, coltivando ortaggi e facendo giardinaggio.
Le figlie sono entrate da sole nell’abitazione al primo piano; sul terrazzo hanno messo in ordine alcuni vasi di fiori, rovesciati dal vento.
Non avrebbero preso nulla dalle stanze; torneranno a breve per i documenti e gli effetti personali della loro madre.
Anche l’avvocato Massimiliano Sichetti, legale d’ufficio del presunto assassino, ha avuto dai carabinieri le chiavi del casolare, che la coppia aveva acquistato insieme alcuni anni addietro.
Ad accogliere le figlie della vittima in caserma è intervenuto il sindaco di Casoli, Massimo Tiberini. “Ho voluto manifestare la vicinanza della comunità alla famiglia e offrire il supporto dell’Amministrazione comunale”, ha detto al Tgmax.
La salma della vittima è stata riconsegnata ai familiari, ma non sarà rimpatriata: Michele Faiers ha scelto l’Italia come sua ultima dimora.