“Non stavano facendo nessun selfie quando è accaduta la disgrazia”. Così Donato D’Ercole, zio di Silvia, la donna 32enne che il primo maggio, nel corso di un’escursione, ha perso la vita nel fiume Orta, nel Pescarese. Secondo il racconto riferito dallo zio, raggiunto telefonicamente mentre si trovava nella camera mortuaria dell’ospedale di Chieti, la nipote sarebbe caduta nel fiume dopo essere scivolata sulla melma. D’Ercole ha appreso della dinamica dell’incidente dalle altre due nipoti, le sorelle di Silvia, Angela e Daniela, in escursione con la coppia e i figli di quest’ultima.
Il compagno di Silvia, sempre come riferito dallo zio della donna, Giuseppe Pirocchi, 32 anni, mentre cercava di salvarla è finito anch’egli inghiottito dalle rapide.
“Non abbiamo elementi oggettivi che possano confermare o far propendere per la teoria del selfie”, dice all’ANSA il tenente Tonino Marinucci, comandante dei Carabinieri della Compagnia di Popoli (Pescara) che, insieme ai Carabinieri Forestali, si stanno occupando degli accertamenti sull’incidente avvenuto ieri sul fiume Orta, a Caramanico Terme (Pescara), in cui ha perso la vita una coppia di 32enni di Scerni (Chieti), Silvia D’Ercole e Giuseppe Pirocchi. Intanto, dopo la ricognizione cadaverica, è stata disposta la riconsegna delle salme dei due giovani ai famigliari.
I due, nel pomeriggio del primo maggio, hanno raggiunto il fiume nella zona dei Luchi del fiume Orta, famosa per la presenza di rapide, con rocce lisce e scivolose. Considerata l’area impervia e difficilmente raggiungibile, non è stato facile recuperare i corpi, finiti circa 250 metri a valle rispetto al punto in cui è avvenuto l’incidente. Sul posto, oltre a Carabinieri e Forestali, hanno operato anche Vigili del Fuoco, Cnsas e 118, con due elicotteri.