Deciderà il priore

Alla fine sarà il priore a decidere se tenere i ceri accesi o spenti. “Mi sono fatto un’idea – riferisce al Tgmax Raffaelle Sabella – dopo aver ascoltato tutti i pareri: dirò all’ultimo momento ai confratelli se tenere i ceri accesi oppure spegnerli prima di far procedere la processione lungo il corso”.
La polemica scatenata in città, dopo la conferenza stampa di presentazione dei riti legati alla Settimana Santa, ha creato scompiglio nell’Arciconfraternita Morte e Orazione: il priore aveva deciso di far spegnere i ceri durante il passaggio della processione del Venerdì Santo sulla nuova pavimentazione di corso Trento e Trieste. Un gesto per preservare dalle inevitabili colate di cera, delle 250 candele portate in processione dai confratelli, il salotto buono della città, appena abbellito con il disegno destrutturato della presentosa.

“Le pulizie del gres non sono un problema”, aveva dichiarato il presidente Ecolan Massimo Ranieri, interpellato dal Tgmax, fugando ogni dubbio sulle temute colate.
Alla vigilia del rito clou della Settimana Santa, il problema sembra risolto. Sarà, tuttavia, il priore a dire l’ultima parola. Non resta che attendere, dunque, il momento fatidico del passaggio lungo il corso, che avverrà dopo le 9 di sera, quando il corteo della processione del Cristo Morto si avvierà a fare ritorno nella chiesa di Santa Chiara.
Un’ora prima, invece, si rinnoverà l’antica tradizione della Posata, in piazza Plebiscito, con 170 cantori e 40 musicisti dell’orchestra di fiati intitolata a Pietro Marincola.