Accusato da tre romeni
Per un anno non ha mai parlato, avvalendosi sempre della facoltà di non rispondere; a pochi giorni dalla sentenza per il processo sulla cruenta rapina contro i coniugi Martelli di Lanciano (Chieti), il principale accusato Alexandru Bogdan Colteanu dice: “Ho un alibi”.
I legali del 27enne romeno, accusato di concorso in rapina pluriaggravata, lesioni gravissime, sequestro di persona e porto abusivo di armi, hanno depositato al gip e alla procura di Lanciano un’integrazione probatoria. Nell’istanza Colteanu spiega: “Non ho preso parte alla rapina nella villa dei coniugi Martelli, né mi sono mai avvicinato a loro. Ho un alibi: ero all’hotel Alba di Lanciano quella notte. Ho parlato col titolare che può confermare. Mi sono registrato con falso nome e si può verificare in Questura. Quella notte ho fatto anche numerose telefonate che si possono riscontrare dai tabulati e verifiche sulle celle telefoniche”.
Dopo un lungo silenzio, ora Colteanu, che ha come nuovi difensori gli avvocati Rocco Ciotti e Alessandra Acciaro di Teramo, spiega la sua posizione.
Contro Colteanu lunedì il procuratore capo di Lanciano Mirvana Di Serio ha chiesto la pena più dura, 18 anni di reclusione. Per il brutale assalto contro il medico in pensione Carlo Martelli e la moglie Niva Bazzan, alla quale la banda mozzò l’orecchio destro, l’hanno chiamato in correità tre dei sei imputati connazionali: in casa Martelli, quella notte, fecero irruzione in quattro, tra questi proprio Colteanu avrebbe mutilato la Bazzan.
L’accusa, replica adesso l’imputato, fu “concordata in Commissariato dopo le trascrizioni del colloquio dei correi”.
Il romeno, che ha precedenti specifici, venne arrestato il 27 settembre 2018 a Casal di Principe (Caserta): oltre ad una patente falsa, aveva addosso un orologio da ricettare rubato al dottor Martelli. Al gip oggi spiega di essere stato incaricato della vendita di alcuni oggetti, ma di non essere a conoscenza della provenienza da una rapina, altrimenti, dice, “non mi sarei fatto trovare con l’orologio al polso. A Casal di Principe – prosegue nell’integrazione probatoria – compro e vendo oggetti. Non sono un santo e ho fatto errori di cui non vado fiero, ma non mi sono mai avvicinato ai Martelli e tanto meno per far del male”.
Il processo riprende martedì 8 ottobre, a palazzo di giustizia, con gli interventi della difesa e l’attesa sentenza del gup.
Lunedì scorso il pm ha chiesto condanne esemplari per i componenti della banda: “Una pena seria e congrua. Non vanno concesse attenuanti per la crudeltà gratuita con cui sono stati picchiati i coniugi Martelli”.