Politico di altri tempi
Il gonfalone del Comune di Scerni (Chieti), listato a lutto, ha accolto il feretro di Giovanni Di Fonzo, già parlamentare, agronomo, docente e dirigente scolastico.
Una perdita improvvisa, giunta inattesa per amici e conoscenti che hanno gremito la chiesa di San Panfilo, nel suo paese natio.
“È stato il buon samaritano della politica”, ha detto nell’omelia don Alberto Conti, amico e parroco di Castelguidone, direttore della Caritas di Trivento.
C’erano sindaci e consiglieri comunali del Sangro Aventino, ex e attuali, responsabili di aziende della Val di Sangro, di Lanciano e del Chietino, rappresentanti del mondo produttivo, scolastico e delle istituzioni. “È un grande dolore averlo perduto, ma ringraziamo Dio per averlo avuto”, dice ancora il celebrante, citando San Girolamo.
Al termine della funzione religiosa, il primo a prendere la parola è stato il sindaco di Scerni, Daniele Carlucci: “Non c’è colore politico che possa dividerci, l’impegno di Giovanni Di Fonzo per la comunità e la sua serietà sono l’eredità che lascia a noi amministratori comunali”.
“Addio generale”, dice l’architetto Agnese Senerchia nel saluto dell’Associazione Rati, che presiedeva, fatta di giovani docenti e professionisti impegnati per la scuola. Ed è proprio dal mondo scolastico che giungono le parole più commoventi: “Giovanni era un porto aperto, abitato da tutti noi”, dice Concetta Delle Donne, dirigente della Nuova Direzione didattica di Vasto mentre la segretaria del PD di Lanciano Rosetta Madonna ricorda “Un uomo vissuto nella pulizia, nell’onestà, nell’amore viscerale per la sua terra, anche alzando la voce quando era necessario. La sua concretezza e forte carica ideale lo rendevano protagonista sempre. Ha impersonato una sinistra aperta e inclusiva, interlocutore di un partito non autoreferenziale”.
Ma “chi si mette in cammino e ha in mente di cambiare – scriveva Di Fonzo ai suoi – non ha vita facile”.
“Essere qui oggi è surreale”, dice la nuora Alessandra, “non ho mai pensato che l’energia di Giovanni potesse esaurirsi, non ti mollava un attimo fino a che non riusciva a farti innamorare delle sue visioni. Ti inchiodava alla responsabilità per la tua terra”.
E infine il commiato commovente dei figli Chiara e Marco, “Ci hai insegnato che tutto è possibile grazie all’impegno quotidiano e che il mondo può cambiare, ce lo hai dimostrato fino a qualche giorno fa”.
Ciao Giovanni, la terra ti sia lieve.