La notizia
Per tutta la mattina è stato un via via di parenti e conoscenti, tutti armati delle migliori intenzioni e di cadeau per porgere gli auguri a “zia Marietta”, al secolo Anna Maria D’Orazio.
“Cento anni? Non ci avrei mai creduto”, dice scuotendo la testa canuta ma non completamente, dietro la nuca infatti le spuntano dei ciuffi di capelli ancora neri.
Orgogliosa della sua autonomia, sale e scende le scale in casa, si prepara da sola per uscire il giorno di festa. Solo l’udito non è più quello di una volta, ma di apparecchi acustici non ne vuole proprio sapere.
E le analisi del sangue? Perfette. “Io sono nata nel giorno dei Santi Pietro e Paolo”, dice con referenza.
La passione della vita
Sfogliando l’album dei ricordi con alcuni nipoti, spuntano fotografie con una costante: l’uncinetto non manca mai, è sempre tra le mani di “zizì”, pronte a sferruzzare in ogni momento libero della giornata.
Fare la “cavezette” è stata la passione di una vita. Per gli ultimi lavori zia Marietta ha recuperato tutto il cotone accumulato negli anni per casa e ha realizzato decine e decine di “centrini” colorati, che oggi ha donato come bomboniera a tutti coloro che sono andati a trovarla a casa.
Vedova da 33 anni di Carmine Antonio D’Alonzo, imprenditore di opere pubbliche di Selva di Altino, due figli Nicolina e Tomassino, due nipoti e una pronipote, “Come si arriva a questa età?” le chiedono in tanti. “Mi dicono che so ‘mmalamende!”, risponde sorridendo, “Ma non è vero. La mia coscienza – dice portando la mano sul cuore e diventando seria – è pulita”.
Educazione d’altri tempi
“Presto in fiera e tardi alla guerra”, è uno dei proverbi che ama ripetere.
Perché le persone come zia Marietta, che hanno vissuto in tempi di sacrifici e duro lavoro prima di giungere alla prosperità, parlano (e pensano) tenendo a mente gli insegnamenti di una volta: un concentrato di detti popolari che costituivano il vademecum del vivere civile e fondamenta della buona educazione.
“Zia, ma ti rendi conto che hai compiuto 100 anni?”, le chiedo.
“Non me ne so ‘ddunate”, dice incredula aprendo le braccia, “ma che cosa mi ha regalato la volontà di Dio!”.