Suicidio in carcere a Lanciano: UilPa, mancano gli agenti penitenziari
La notizia
Mancano 20 agenti nella pianta organica del carcere di Lanciano (Chieti).
Lo denuncia al Tgmax il segretario generale regionale della UilPa, Ruggiero Di Giovanni, che spiega come si svolge all’interno dell’istituto penitenziario la cosiddetta “grande sorveglianza”, cioè il controllo da remoto di un detenuto in cella di sicurezza. Come nel caso di Giovanni Carbone, morto suicida giovedì sera.
“In noi cresce ancor di più, se possibile, la rabbia verso le condizioni lavorative alle quali siamo costretti; turni doppi e tripli, agenti costretti a garantire la sorveglianza in più posti di servizio contemporaneamente e telecamere che, troppo spesso, sono lasciate sole a registrare gli eventi senza nessuno che le controlla ed un’amministrazione che vede nel ricorso ossessivo allo straordinario la panacea di tutti i mali”.
“Poi quando accade un evento prevedibile, previsto e finanche preannunciato ci scopriamo puntualmente impreparati; l’importante è allertare il personale, disporre l’incremento della sorveglianza, chiedere sacrifici ulteriori senza preoccuparsi di chi, materialmente, dovrà svolgere il delicato compito di sorvegliare ed impedire taluni comportamenti”.
“Nessuno pare interessato alle oltre 40000 ore di straordinario che producono gli agenti del carcere di Lanciano, nessuno si preoccupa di aver messo in piedi –prosegue il Segretario Generale Regionale UILPA Polizia Penitenziaria Ruggero Di Giovanni — un circolo vizioso che vede gli stessi lavoratori impegnati in turni doppi e tripli chiamati anche ad incrementare il livello di attenzione e professionalità senza diritto a recupero psico-fisico”.
“Tanto per dare qualche numero, quel piano detentivo è composto da 2 sezioni, 1 con circa 50 detenuti Alta Sicurezza che richiedono, a causa della tipologia di reati, un’attenzione maggiore e costante; la sezione adiacente invece vede invece la presenza constante di circa 20 detenuti cd. Nuovi Giunti, ovvero detenuti appena arrestati e sottoposti a “Grande Sorveglianza precauzionale” proprio per prevenire gesti autolesionistici, in soldoni parliamo di almeno 20 detenuti nella stessa situazione problematica del suicida di ieri sera”.
“Non credo serva aggiungere altro se non che confidiamo che il lavoro della magistratura chiarirà la posizione dell’unico agente in servizio per l’intero piano detentivo, al quale va la nostra vicinanza ed il nostro sostegno; allo stesso tempo auspichiamo che le indagini vadano ad esaminare anche le eventuali responsabilità dell’amministrazione penitenziaria sulla gestione del reparto”.