Tre restano in carcere, due vanno ai domiciliari
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“Sì, eravamo lì per compiere l’assalto”: hanno ammesso le loro responsabilità tre dei cinque arrestati la notte di domenica 6 maggio, per aver tentato di compiere l’assalto allo sportello esterno Postamat dell’Ufficio postale di Piane d’Archi (Chieti), che conteneva 60 mila euro.
I carabinieri delle compagnie di Lanciano e Atessa li stavano aspettando, nascosti tra le case di via Nazionale. A parlare, seppur senza fornire dettagli, con il Gip del tribunale di Lanciano, Massimo Canosa, sono stati due di Cerignola (Foggia), Massimiliano Lionetti, 46 anni, e Potito Diglio (36), e Antonio Cataldo, 39 anni, di Orta Nova (Foggia). Si sono invece avvalsi della facoltà di non rispondere gli altri due arrestati: Francesco Reddavide, 33 anni, di Cerignola, e Cristoforo Aghilar (35) di Orta Nova.
Al termine degli interrogatori, 4 in carcere a Villa Stanazzo e uno in ospedale, il Gip ha disposto gli arresti domiciliari per Lionetti, ricoverato al “Renzetti” con frattura alla gamba, poiché colpito da un proiettile durante la sparatoria sulla scena del crimine; arresti domiciliari disposti anche per Diglio. Restano invece in carcere gli altri tre: Aghilar, Cataldo e Reddavide.
Tutti e cinque gli arrestati hanno precedenti specifici. Le accuse mosse nei loro confronti sono di tentato omicidio, poiché durante le fuga hanno cercato di investire i militari, porto e detenzione illecita di esplosivi, tentato furto aggravato e ricettazione.
Resta ancora da trovare il kalashnikov usato durante l’assalto bloccato dai carabinieri. I banditi se ne sono disfatti durante la fuga, lungo la statale 84 nei pressi di Verratti di Casoli (Chieti).
“Lo abbiamo cercato per ore anche con l’intervento dei sub“, dice al Tgmax il capitano Vincenzo Orlando, comandante della compagnia carabinieri di Lanciano. I banditi avrebbero gettato l’arma nel fosso Cogna, in territorio di Sant’Eusanio del Sangro (Chieti), ma le ricerche finora non hanno dato esito.
Proseguono le attività di indagine, l’inchiesta è coordinata dalla procura di Lanciano. La banda, proveniente dal Foggiano, non è stata sgominata: ci sono diversi componenti che formano batterie di volta in volta per i vari colpi. In programma c’erano anche lo sportello bancomat ex Carichieti di Piane d’Archi e della Bper nella vicina Selva di Altino (Chieti).