Piccoli passi avanti nella vertenza Honeywell, la fabbrica americana di turbocompressori di Atessa (Chieti): dopo il tavolo ministeriale dello Sviluppo Economico di ieri, 31 gennaio, la Fiom traccia un segno positivo sia sul versante economico per gli incentivi in vista della chiusura, annunciata per la prossima primavera, sia per l’impegno a lavorare seriamente sul fronte della riconversione.
La multinazionale americana si è, infatti, impegnata in tal senso, anche se nel frattempo è sfumata la concreta opportunità di una cordata italo-polacca nell’attività innovativa di rigenerazione dei turbo dismessi.
“Sarebbe stata una ottima opportunità – commenta il segretario Fiom Chieti, Davide Labbrozzi – che avrebbe potuto sia riutilizzare i macchinari dello stabilimento in Val di Sangro sia reimpiegare le maestranze specializzate”.
La Honeywell ha rifiutato l’offerta, anche se il progetto della nuova attività industriale prevedeva il recupero dei turbo dismessi sul territorio dell’Ue e poi la vendita dei turbocompressori rigenerati alla stessa multinazionale americana: un turbo nuovo costa 2.000 euro circa, rigenerato sarebbe costato circa la metà.