L’intervista
I problemi all’interno delle gallerie non erano noti, perché le Ferrovie le avevano interdette e al momento della cessione alla Provincia di Chieti non era stato possibile conoscere lo stato di fatto delle strutture. A parlare al Tgmax è l’ing. Paolo Primavera, della Cogepri, capofila dell’Ati che ha realizzato la Via Verde, “Se non riesco ad entrare in galleria, per fare una analisi dello stato di fatto, non posso elaborare una proposta progettuale”.
Dopo la bonifica dall’amianto, le imprese stanno portando a termine il piano di intervento provvisorio per mettere in sicurezza sette gallerie (tre di San Vito, tre di Vasto e la galleria Moro di Ortona, che è la più lunga, 500 metri) lungo la pista ciclopedonale della Costa dei trabocchi e aprirle, quindi, al pubblico per la data del 30 giugno prossimo. Dai lavori restano escluse solo le due gallerie finestrate di Ortona.
Una rete anti-caduta per i calcinacci, “improbabili” dice l’impresa, in quanto negli intradossi è stata posata la malta nei tratti più ammalorati, mentre in altri punti sono state installate calotte drenanti in lamiera. In futuro la Provincia di Chieti dovrà provvedere al consolidamento, perché, spiega l’ing. Primavera, “per abbandonare questo tracciato, Ferrovie aveva motivazioni di carattere economico: tutte le opere su questo tracciato erano a fine vita, quindi andavano o ristrutturate o fatte ex novo”.
Nell’ultima settimana di lavori, prima dell’apertura tanto attesa, le imprese installeranno anche gli impianti di illuminazione.
I lavori procedono soprattutto in notturna e al mattino presto per evitare pedoni, ciclisti e turisti che frequentano la Via Verde, nonostante sia ancora un cantiere.