Potranno essere recuperai i 4 pini bruciati nell’incendio alla Pineta di Pescara. “Poteva succedere un disastro naturale, ma così non è stato – commenta il sindaco Marco Alessandrini, il giorno dopo il rogo che ha interessato la Pineta Dannunziana a Pescara -. Il danno è contenuto e circoscritto a quattro alberi che molto probabilmente potranno essere recuperati – spiega il sindaco – questo grazie alla sinergia fra tutte le forze che sono intervenute appena le fiamme si sono sviluppate e grazie anche all’attenzione che viene dedicata alla Riserva dall’Ufficio Verde del Comune”.
L’incendio, che si è sviluppato intorno alle 22,30 di sabato sera all’interno della Pineta, è stato circoscritto nella mattinata di domenica, quando sono iniziate le operazioni di bonifica. Il forte vento della sera ha favorito le fiamme che si sono propagate verso l’interno della Riserva. La zona intorno è residenziale, con ville e palazzi. È stato dislocato un cordone della Protezione Civile a difesa della pubblica incolumità e per tutelare il polmone verde della città. Utile l’impianto fisso anti-incendio, controllato settimane prima. Lunedì sono rimasti chiusi i comparti 3 e 4 della Riserva, per la verifica dei danni e della stabilità dei rami. La Pineta Dannunziana è una riserva naturale che si trova nella zona Sud di Pescara. È conosciuta anche come Parco D’Avalos. Nell’intento di proteggere l’ultima grande pineta nel territorio pescarese, la Regione Abruzzo ha istituito l’attuale riserva naturale che si estende per una superficie di 53 ettari circa; di questi solo 35 ettari restano dell’antica selva. La flora include molte specie di piante e di arbusti tipici della macchia mediterranea. Non distante dal mare e dalla riviera Sud, è a due passi dallo stadio Adriatico ‘Giovanni Cornacchia’.
Scampato il pericolo, ora interessa comprendere cosa sia accaduto, come si sono originate le fiamme che hanno interessato due punti vicini ma diversi e che difficilmente potevano bruciare per autocombustione, vista la posizione inaccessibile al pubblico e la mancanza di fattori di rischio scatenanti.