“Non so cosa è successo quella domenica, non ricordo nulla”.
In Corte d’Assise, a Lanciano, è il giorno della testimonianza dell’imputato Francesco Rotunno.
Il 66enne di Casoli è imputato dell’uccisione della madre Cesina Bambina Damiani, 88 anni, cieca e allettata, il 12 febbraio 2023.
Di quella tragica domenica non ricorda nulla, ha un vuoto di memoria. E lo ripete in aula, davanti ai giudici popolari della Corte d’Assise di Lanciano, dove Rotunno è a processo iniziato il 19 gennaio scorso con l’imputazione di omicidio volontario aggravato.
Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe ucciso la madre, stringendole il collo con un laccio, mai ritrovato, il 12 febbraio 2023.
“Mamma strangolata? L’ho saputo dalla TV”
Il matricidio avvenne nella abitazione popolare che i due condividevano, a Casoli. “Ancora oggi non ricordo cosa sia successo il giorno che mamma è morta e quando ho poi tentato il suicidio. Mia madre non stava bene e io quella mattina sono uscito a fumare una sigaretta. Ho un buco nella memoria, non ricordo nulla. Poi mi sono ritrovato in ospedale e lì ho saputo del decesso di mamma. In carcere per giorni ho poi sentito in televisione che era stata strangolata”.
Sul suo blackout mentale l’imputato ha risposto al presidente della Corte, Giovanni Nappi: “Ho cercato spiegazioni e me lo chiedo ancora, ma non trovo risposte”. Ha poi risposto anche alle domande del procuratore capo Mirvana Di Serio.
La difesa
Il difensore di Rotunno è l’avvocato Silvana Vassalli, del foro di Lanciano: presenterà alla Corte una memoria difensiva accludendo diversi certificati medici e rinnoverà la richiesta dell’infermità mentale e l’incapacità di intendere e di volere.
“La memoria è per dimostrare la situazione emotiva che aveva coinvolto Rotunno tra i disagi per la salute della madre, i problemi economici nella consapevolezza che sarebbe stata imminente la sua morte. Uno sconvolgimento determinato da propositi suicidi e per non lasciare la madre così l’ha uccisa. Dalla documentazione sanitaria risulta che ha un’amnesia psicotica. Non ricorda neppure di aver visto le foto con la madre morta e nemmeno il luogo dove era stato trovato ferito”.
La sentenza è stata fissata per il prossimo 14 giugno.