Dopo il voto del 4 marzo, che ha deluso e aperto strappi nei cosiddetti partiti tradizionali, si riparte dai territori e da chi si impegna nelle amministrazioni locali: il nome del candidato presidente alla Regione Abruzzo questa volta non sarà calato dall’alto né verrà imposto da Roma.
All’Aurum, a Pescara, 12 simboli civici hanno presentato una nuova idea di Abruzzo, con la metafora del filo “intesa come idea di rinascita” dopo delusione ed egoismi. Il filo come veicolo di trasmissione, che cuce, unisce e coinvolge. A parlarne sono Giovanni Di Pangrazio, di “Abruzzo al Centro”, ex sindaco di Avezzano, Gianluca Zelli di “Azione Politica”, Roberto Santangelo di “L’Aquila Futura” e Daniele Toto con “Pescara Liberale”. Sono loro gli artigiani dei civismo che si candidano “a non restare in silenzio”. L’obiettivo è il voto regionale. Al più presto, a ottobre.
“Idea Abruzzo”, di Donato Marcotullio, riferisce la lunga storia civica nata nel 2002. La politica, dice, ha bisogno di recuperare il rapporto con i territori e la gente
“Spazio a chi conosce i problemi locali”, aggiunge Francesco Longobardi, presidente di “Cuore Nazionale Abruzzo”, associazione recentemente premiata per l’impegno nel sociale.
Ospite, in prima fila, Fabrizio Di Stefano, già per due legislature in Parlamento, dapprima in Senato e poi alla Camera dei deputati.
Le liste civiche aderenti al progetto “L’Altro Abruzzo” sono Pescara Liberale, L’Aquila Futura, IdeAbruzzo, Per Ortona, Azione Politica, Io Resto, Civiche d’Abruzzo, Io sto con Avezzano, Movimento Abruzzo Futuro, Investiamo, Cuore nazionale e Abruzzo al centro.
Non sarà una copia del M5s, precisano i relatori, che attaccano i parlamentari abruzzesi rieletti, “chi li conosce, chi li ha mai visti” è l’accusa.
“Il civismo – aggiunge Toto – deve andare a braccetto con la politica. Non solo testimonianza, ma rappresentanza da declinare attraverso un impegno progettuale”.
E, infine, il grido di battaglia: “La nostra sarà una rivoluzione, che non si fa solo con le bandiere rosse”, sorride Toto rivolgendosi all’on. Di Stefano, seduto in platea.