Domani udienza dal Gup per il 2020.
Sta rientrando in Abruzzo da Roma, dove si era recato, Gianluca Salvatore, il titolare della Esplodenti Sabino, dove poco prima di pranzo è avvenuto il nuovo tragico incidente, con una esplosione che ha ucciso altri 3 operai.
Secondo lo storico legale di Salvatore, Augusto La Morgia, il titolare è sgomento e non riesce a spiegarsi l’accaduto, anche alla luce delle precauzioni severissime prese in fabbrica dopo la tragedia del 2020.
A seguito del dramma del 2020 Salvatore ha successivamente già risarcito i familiari delle 3 vittime.
Al momento intanto la zona dell’incidente è circondata dalle forze dell’ordine che stanno aspettando l’arrivo degli artificieri.
Udienza dal Gup
Domani è in programma l’udienza preliminare dal Gup del tribunale di Vasto, per la tragedia che il 21 dicembre 2020 causò tre vittime.
Dieci gli imputati, compresa la società: l’accusa principale, per tutti, è cooperazione colposa in omicidio colposo, per colpa generica cagionata dalla negligenza, imprudenza e imperizia, e per colpa specifica, consistita nella violazione di diverse norme antinfortunistiche.
In particolare, gli imputati sono il legale rappresentante e presidente del Cda della Esplodenti Sabino Spa, quattro consiglieri di amministrazione, il direttore dello stabilimento, il responsabile del servizio protezione e prevenzione, il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, il capo reparto, la società in persona del legale rappresentante, società che è sottoposta a procedimento penale per responsabilità amministrativa per omicidio colposo plurimo.
Nel 2020 il fatto avvenne nel primo pomeriggio, durante lo smaltimento di diversi materiali, in particolare miscela incendiaria, povere pirica, polvere nera, razzi di segnalazione, legna impregnata di Tnt, dotazioni nautiche, simulatori di colpo tipo kanonslag, nel locale – forno statico, dove erano stati destinati i tre lavoratori, che morirono sul colpo a causa causa dell’esplosione.
Sottoposta a sequestro, la fabbrica rimase ferma per sette mesi, anche per la ferma posizione della procura, guidata all’epoca dei fatti da Giampiero Di Florio, sulle condizioni di sicurezza sul lavoro.
A luglio 2021, ottenuto il dissequestro con il via libera del giudice, le attività erano riprese. Oggi la nuova tragedia.