
Vasto (Chieti), 4 febbraio 2017 – “Si fermi questa ondata di odio. Basta con questa violenza. Due vite completamente spezzate. Ha perso la città. Noi abbiamo perso”. Così il parroco, don Antonio Totaro, ha ammonito i presenti al funerale di Italo D’Elisa, il ventunenne ucciso a colpi di pistola mercoledì scorso davanti al ‘Drink Bar’. Accusato dell’omicidio è Fabio Di Lello, ora detenuto in carcere a Torre Sinello. Una vendetta, dopo che D’Elisa, nel luglio 2016, aveva ucciso, investendola con la macchina, Roberta Smargiassi, moglie di Di Lello. La banda di Chieti, con una marcia sinfonica, ha accolto sul sagrato la bara bianca di Italo. Centinaia le persone che hanno partecipato alle esequie nella chiesa del Sabato Santo. Il sacerdote ha portato le condoglianze delle famiglie. “E’ qui presente il fratello di Roberta” ha detto ai presenti. E ancora: “Queste morti riportino nella nostra comunità un po’ di serenità. Basta con i social media. Dobbiamo tornare a parlare tra di noi. Senza conoscere abbiamo condannato” ha aggiunto il parroco.

Nel frattempo si è svolto l’interrogatorio di garanzia in carcere per Fabio Di Lello che si è avvalso della facoltà di non rispondere. “Non era nelle condizioni e nella serenità necessari per parlare” dicono i suoi legali Giovanni Cerella e Pierpaolo Andreoni. A carico di Di Lello la Procura ha formulato il reato di omicidio volontario premeditato e si è riservata più tempo in ordine alla convalida e all’adozione delle misure cautelari.
