La decisione del prefetto.
Fabbrica sotto sequestro dalla Procura di Vasto (Chieti) e licenze sospese alla Esplodenti Sabino di Casalbordino con decreto del prefetto di Chieti.
Dopo la tragedia del 13 settembre scorso, in cui hanno perso la vita tre dipendenti, a distanza di meno di tre anni da una tragedia simile, cresce il timore.
“Poteva andare peggio”, è il pensiero di molti in turno quel giorno. La perdita di sei colleghi in meno di tre anni sta aprendo una frattura rispetto al passato. Alcuni degli operai dicono di non voler tornare al proprio posto di lavoro quando sarà il momento. Le indagini, coordinate dalla procura vastese, stanno cercando di ricostruire quanto accaduto, anche tramite l’ausilio dei carabinieri del Ris di Roma.
Ad oggi l’ipotesi più accreditata è quella dello scoppio di una granata di artiglieria pesante, ma non si escludono altre cause.
Il fatto è avvenuto mercoledì scorso, qualche minuto prima delle 12.20, fascia oraria in cui vicino al luogo dell’incidente passano i dipendenti per recarsi in mensa.
Lunedì 18 settembre saranno eseguite, a Chieti, le autopsie sui corpi delle vittime: Gianluca De Santis, 40enne molisano di Palata, Giulio Romano, 56enne di Casalbordino, e Fernando Di Nella, 62enne di Lanciano.
Indagate sette persone per cooperazione colposa in omicidio e disastro colposo: sono 4 titolari della famiglia Salvatore, Gianluca l’amministratore e poi Massimo, Marco e Sabino; e ancora Carlo Piscopo, Giustiniano Tiberio e Barbara Palestini.
Per l’azienda, invece, l’ipotesi è di illecito amministrativo.
La difesa dell’azienda non commenta, a parte ribadire che “i protocolli sono stati rispettati, le schede di lavoro sono regolarissime“.
Le licenze sospese
Nel dettaglio, il prefetto di Chieti Mario Della Cioppa ha disposto con decreto le sospensione di tre licenze della Sabino Esplodenti di Casalbordino, dove lo scorso 13 settembre a causa di una esplosione sono morti tre dipendenti.
Il provvedimento riguarda i decreti relativi alla licenza di fabbricazione di esplosivi della I, II e V categoria e la tenuta in deposito di esplosivi della I, II, III, IV e V categoria, alla licenza di detenzione e vendita di materiale esplodente nei depositi annessi alla fabbrica, alla licenza per detenere presso lo stabilimento munizionamento da guerra al fine di effettuare lavori di demilitarizzazione nonché attività di ripristino.
La sospensione è “fino all’esito degli accertamenti tecnici di competenza della Commissione tecnica provinciale sulle materie esplodenti, istituita ai sensi del decreto del ministro dell’Interno del 19 novembre 2014, finalizzati alla verifica della sussistenza dei prescritti requisiti per lo svolgimento delle attività in esame”.