Chieti, 27 febbraio 2016 – Serrande abbassate e vetrine spente. E’ scattato il conto alla rovescia per la serrata, in programma lunedì tre le ore 18 e le ore 19, promossa da Confcommercio e dal Wwf per ribadire la propria contrarietà all’arrivo in città di quattro nuove strutture di media distribuzione, una già inaugurata allo Scalo. Le due associazioni di categoria lanciano un appello affinché l’adesione alla serrata sia massiccia anche perché la protesta ha l’obiettivo di rappresentare alla politica locale il malcontento, dilagante, della categoria, nella speranza di favorire un cambiamento di rotta in quelle che saranno le scelte future di pianificazione territoriale e commerciale della città. “Sappiamo bene che non sarà la nostra iniziativa a risolvere il problema ma è arrivato il momento di mettere da parte le battaglie di concetto portate avanti finora, con scarsi risultati, a tavolino dando voce – afferma Marisa Tiberio, presidente provinciale Confcommercio Chieti – ai commercianti che vivono tutti i giorni a contatto con problematiche che nella nostra città hanno raggiunto livelli di guardia. L’importante è segnalare il disagio, come del resto hanno fatto e stanno facendo in questi giorni autonomamente e con modalità diverse dalla nostra anche altre organizzazioni e gruppi di commercianti, perché è sentito da tutti. Ci auguriamo che la politica voglia tenere conto di questo malessere generale e cominci a darsi da fare per recuperare un ritardo ormai immenso nella pianificazione urbanistica e commerciale indispensabile per restituire alla città ed ai suoi abitanti speranze per un futuro migliore”.
Nicoletta Di Francesco, presidente Wwf Chieti-Pescara, sottolinea i risvolti negativi che i nuovi insediamenti di media e grande distribuzione avranno per l’ambiente urbano. “Il Wwf aderisce alle forme di protesta in atto perché è diventato indispensabile e urgente a Chieti fermare il consumo del suolo e rendere la città pienamente vivibile. Ci sono tante strutture vuote, spesso in precarie condizioni, che potrebbero e dovrebbero essere riutilizzate con intelligenza, con progetti innovativi e ben coordinati, come sta avvenendo, ad esempio, con le ex caserme Berardi e Bucciante. È quello l’esempio da seguire e non nuove colate di cemento. Occorre che la politica – dice Di Francesco – riconquisti il proprio ruolo e programmi autonomamente il futuro della città senza farsi condizionare, come purtroppo avviene da molti decenni a questa parte, dalle proposte degli imprenditori di turno che legittimamente perseguono i propri interessi, spesso lontani anni luce da quelli della cittadinanza”.
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