L’ex comandante provinciale del corpo forestale di Pescara, Guido Conti, 58 anni, da ottobre in congedo dall’arma dei carabinieri con il grado di generale di brigata, si è ucciso con un colpo alla tempia destra, esploso da una pistola calibro 9 a pochi metri dall’auto con cui era arrivato alle pendici del monte Morrone.
Sgomento e incredulità a Sulmona, la sua città: era un uomo tutto d’un pezzo, incorruttibile dicono dell’uomo di Stato cresciuto con l’amore per l’ambiente e gli insegnamenti del padre, ispettore forestale.
Sono tanti i particolari raccolti dagli investigatori, i carabinieri dell’Aquila, sia sul luogo della tragedia che dalle testimonianze rese da familiari e amici.
Tra i segni premonitori anche la decisione nelle ultime ore di oscurare il suo profilo Facebook, su cui l’anno scorso aveva postato una lunga lettera a difesa del Corpo forestale dello Stato e indirizzata all’ex premier Renzi, contestando calorosamente l’accorpamento all’arma dei carabinieri sancito dalla riforma Madia.
L’ultimo incarico da comandante regionale dei carabinieri forestali in Umbria, dove è rimasto per 5 anni. Poi la decisione di lasciare quella carriera brillante, vissuta come protagonista di importanti inchieste fino alla Tyssenkrup di Terni, per accettare l’incarico prestigioso da dirigente esecutivo della sicurezza ambientale per il colosso francese Total Erg. Ma il nuovo lavoro in Val d’Agri (Basilicata), recenteente alla ribalta della cronaca per lo scandalo Eni e il suicidio di un dirigente, Conti non c’è mai andato: si era già licenziato, prima ancora di inziare. Perché?
Nell’auto i carabinieri hanno rinvenuto due lettere: una per la famiglia, Conti ha lasciato la moglie e due figlie, l’altra per la sorella Silvia, comandante della polizia stradale di Pescara. Ma ci sarebbe anche una terza lettera, spedita per posta. In una tabaccheria, infatti, l’ex generale venerdi mattina ha acquistato tre fogli con buste da lettera ed un francobollo.
A chi è indirizzata la terza? Chi la riceverà?
E infine il gesto estremo, consumato sulla montagna che amava, in una piazzola di sosta lungo la provinciale che da Sulmona sale verso Pacentro.
Il corpo di Conti è stato trovato da due forestali. Sul suicidio gli inquirenti non hanno dubbi, il procuratore di Sulmona ha aperto un’inchiesta e disposto l’autopsia.