E’ caos a scuola
L’8,3% degli studenti abruzzesi è risultato positivo al Covid-19 dall’inizio di gennaio ad oggi.
Sono 13.991 i nuovi casi accertati tra bambini e ragazzi di età compresa tra 5 e 19 anni, fascia di popolazione composta da 168.938 persone.
I quasi 14mila studenti risultati positivi sono pari al 20% del totale di 70.173 casi emersi dal primo gennaio ad oggi.
In particolare, dei 13.991 contagi tra i giovanissimi, 7.627 riguardano la fascia 12-19 anni e 6.364 quella 5-11 anni.
I positivi nelle scuole stanno creando non pochi problemi. Solo a Pescara e in provincia, infatti, 180 classi sono in quarantena e la Asl sta facendo fatica a gestire e a tracciare numeri così elevati.
Scuola: Dad al 50 per cento
“In Abruzzo la didattica a distanza riguarda, al momento, circa il 50 per cento delle scuole dell’infanzia, primarie e media. Nelle superiori dovremmo avere una percentuale leggermente più bassa. Non manca poi la didattica integrata”. I dati arrivano da Costanza Cavaliere, preside dell’istituto superiore “Algeri Marino” di Casoli (Chieti) e presidente regionale dell’Anp (associazione presidi).
“Le complicazioni che si verificano – dice la dirigente scolastica – vanno cercate nelle Asl al tracollo. I risultati dei tamponi arrivano in netto ritardo, il tracciamento è completamente saltato, non esiste più, e per queste ragioni ci troviamo di fronte ad una situazione difficile da gestire”.
Scuola, i dati del ministro
In Abruzzo l’89,7% degli studenti è a lezione in presenza. Per quanto riguarda invece le classi in didattica a distanza o in quarantena, su un 6,6% di media nazionale, la percentuale abruzzese è del 5,6%.
A poco più di una settimana dalla riapertura delle scuole, dopo l’Epifania, è tempo di bilanci. A farli è il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, snocciolando i numeri del ritorno tra i banchi durante l’audizione alla commissione Cultura della Camera. Dati che sembrano smorzare i toni di preoccupazione degli ultimi giorni, quando i presidi avevano stimato metà delle classi in Dad. Secondo quanto riferito da Bianchi, infatti, l’88,4% degli oltre 7 milioni di studenti italiani è in presenza, contro un 11,6% che invece segue le lezioni da remoto. Una percentuale che varia di regione in regione ma che si traduce in oltre 850 mila ragazzi e ragazze lontani dalle aule a causa della pandemia. Sono invece il 93,4% le classi in presenza. Tra queste, però, il 13,1% ha attivato la Dad per uno o più casi di contagio o quarantene. Al contrario, il 6,6% delle classi è totalmente a distanza. Numeri e dati che, sottolinea lo stesso Bianchi, non vogliono nascondere i “molti e vari problemi” della scuola, ma che al tempo stesso però evidenziano la sicurezza delle aule.
“Il grosso dei contagi è avvenuto durante il periodo di chiusura per le festività”, ribadisce il ministro, annunciando prossime novità per “semplificare” le procedure per Dad e quarantene. Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri sottolinea come sia giusto applicare una quarantena diversa per gli alunni più piccoli perché “ad esempio nella fascia d’età 5-11 anni chi ha completato il ciclo vaccinale è solo una piccola percentuale”. Ma ammette che queste regole saranno superate “per l’incremento che vi sarà nelle vaccinazioni in questa fascia d’età e per la maggiore circolazione della variante Omicron”.
I numeri forniti da Bianchi sulle presenze in aula non convincono però i sindacati, con la Flc Cgil che li definisce “a dir poco fumosi e opachi”. Anche per la Gilda degli Insegnanti si tratta di dati che “si limitano alle percentuali e danno un’idea riduttiva del reale disagio che le scuole stanno vivendo”.
I presidi, tirati indirettamente in ballo dallo stesso ministro durante l’audizione, chiedono invece che “da ora in avanti, il Ministero pubblichi con cadenza settimanale tutte le statistiche necessarie ad avere contezza del quadro generale”. “Chiediamo anche che venga drasticamente semplificato il protocollo di gestione dei casi positivi – sottolinea il presidente dell’Anp, Antonello Giannelli -, allo stato attuale del tutto inapplicabile per il collasso dei dipartimenti di prevenzione delle aziende sanitarie, nonostante l’immane sforzo di collaborazione sopportato dalle scuole”.
Ed è proprio “la repubblica delle autonomie”, come l’ha definita Bianchi, uno dei principali ostacoli all’omogeneità nell’applicazione dei protocolli. “Molte delle problematiche – ha spiegato – sono date da letture differenziate dei protocolli a livello territoriale dalle stesse autorità sanitarie. Questo è un problema che io non posso affrontare da solo. Devo farlo insieme con il ministro Speranza e con il ministro Gelmini”. Non è escluso che già nei prossimi giorni possano arrivare novità per snellire le pratiche a scuola, anche alla luce dei preoccupanti dati che arrivano dalla Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere, secondo i quali la scorsa settimana i ricoveri di pazienti pediatrici è aumentato del 27,5%. Di contro, però, – ha sottolineato Bianchi – si registra un boom delle vaccinazioni negli under 12. “Se all’inizio della settimana scorsa eravamo al 12% – ha spiegato – abbiamo poi chiuso al 25%, con un tasso molto alto di adesione”. Copertura vicina all’85%, invece, per la fascia 12-19 anni.