Regalare uno smartphone a un preadolescente è come dargli una Ferrari ma senza la patente. Non usa mezzi termini Paolo Picchio quando si rivolge ai giovani studenti della scuola media Umberto I di Lanciano, per raccontare il primo caso di vittima in Italia per cyberbullismo. Quella vittima era sua figlia Carolina, morta suicida a 14 anni per colpa di 5 coetanei e un maggiorenne: per i primi la giustizia ha deciso la messa in prova ai servizi sociali, per l’unico maggiorenne del gruppo una condanna di 1 anno e 4 mesi.
Insomma la rivoluzione digitale colpisce i più deboli e quanti non sono preparati ad affrontare le insidie che si celano in rete. Genitori e insegnanti sono chiamati a fungere da sentinelle, perché c’è un nuovo pericolo in più. Che a volte può diventare mortale.
“I ragazzi – avverte Picchio, che in Italia sta organizzando il primo centro con psicologi e pedagogisti per sconfiggere il cyberbullismo – non si rendono conto che il Web è reale, come la vita”.
L’incontro è stato organizzato dall’associazione Maria Luisa Brasile onlus. Tra i vari dati enunciati da Picchio, su statistiche elaborate dal Miur, anche quello spaventoso del 30 per cento dei preadolescenti che utilizzando smartphone e internet accedono a youporn e altri siti del genere.