Torino, 24 febbraio 2016 – Trenta lavoratori su 2.300 presenti hanno aderito – secondo la Fim – allo sciopero di mezz’ora per turno indetto ieri dalla Fiom a Cassino (Fr), alla vigilia della partenza della produzione della nuova Giulia. “Le percentuali di adesione – osserva Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim – dovrebbero far riflettere la dirigenza Fiom che ha indetto lo sciopero contro lo spostamento della mezz’ora retribuita a fine turno e il nuovo sistema delle pause. Questo dopo l’investimento di oltre un miliardo fatto sulla nuova linea della Giulia. Ormai a ogni ripartenza produttiva di un nuovo investimento segue la dichiarazione di sciopero Fiom, con una bassissima adesione dei lavoratori. Lo è stato per il lancio delle nuove produzioni di Melfi di 500X e Jeep Renegade, nonostante gli oltre 1.850 lavoratori assunti a tempo indeterminato, si è ripetuto in Sevel (Val di Sangro) per le produzioni del nuovo Ducato, nonostante le 350 assunzioni e per la crescita nella produzioni di Panda e nelle fabbriche di motori del gruppo”.
Secondo Uliano, “la situazione di Sevel è emblematica, dopo il fallimento di una serie di scioperi dichiarati tra fine e inizio anno, nella giornata di ieri si è ripetuta l’iniziativa con una adesione di circa 80 persone su 6.300 presenti nei tre turni”.
“La nostra azione sindacale – conclude Uliano – è chiara: impegnare il gruppo Fca a proseguire sugli investimenti decisi, per dare prospettive occupazionali, e le erogazioni salariali pattuite con il contratto sottoscritto il 7 luglio 2015. La posizione della Fiom è strumentale e serve solo a creare sterili situazioni di conflitto senza alcun obiettivo concreto per i lavoratori”.
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