Sono iniziate nel primo pomeriggio di ieri le procedure di prelievo degli organi della donna morta, dopo dieci giorni di agonia, a causa di un fulmine caduto sulla spiaggia di Alba Adriatica (Teramo).
La paziente nella giornata di ieri è stata sottoposta a procedure di accertamento della morte cerebrale e la famiglia ha espresso la volontà di donare gli organi.
Quattro equipe mediche, provenienti da Napoli, Roma, Torino e L’Aquila per cuore, fegato, polmoni, reni e cornee,
hanno lavorato per le operazioni di espianto.
Saranno, dunque, fino a sette i riceventi in lista in attesa di essere trapiantati.
Sale a sei la donazione di organi, di questo anno, all’ospedale di Teramo.
“Una famiglia teramana, ancora una volta, nonostante l’immenso dolore per la perdita di un proprio caro ha deciso di compiere un gesto d’amore verso il prossimo”, dichiara il direttore generale della Asl, Maurizio Di Giosia.
“Encomiabili gesti di altruismo come questo sono la riprova che nella nostra realtà si sta diffondendo la cultura del dono”, aggiunge il manager Asl, che ringrazia “tutto il personale che ha saputo ancora una volta mettere in campo un complesso processo organizzativo come quello della donazione di organi”.
“Un ringraziamento particolare e molto sentito, infine, voglio rivolgerlo ai familiari più stretti, in particolare alla madre – conclude Di Giosia – che nell’immenso dolore hanno detto comunque sì alla vita”.
Colpita dal fulmine in spiaggia
Pamela Di Lorenzo era in spiaggia ad Alba Adriatica, il 3 agosto scorso, quando un fulmine la colpì.
La donna non si è svegliata dal coma ed è morta lunedì 12 agosto, all’età di 42 anni.
Dopo l’espianto degli organi, sul corpo della 42enne sarà eseguita l’autopsia, disposta dalla Procura di Teramo su richiesta dalla famiglia, con l’obiettivo di fare chiarezza su quanto accaduto soprattutto durante la fase dei soccorsi.
Pamela viveva con il marito e il figlio di dieci anni a poca distanza da quella spiaggia libera, incastonata tra gli stabilimenti balneari Piccolo Chalet e Caraibi, che è diventato luogo della tragedia.
Nello stesso quartiere al confine con la vicina località di Tortoreto Lido, era anche cresciuta e lavorava come barista. Quella mattina era al mare con un’amica. Aveva piovigginato, ma in spiaggia c’erano ancora tante persone.
Poi all’improvviso, intorno a mezzogiorno, il lampo e il boato.
La violenta scarica finita sulla sabbia ha ferito anche l’amica e una turista francese, ma la 42enne era la più grave:
il suo cuore aveva smesso di battere. Immediati i drammatici soccorsi di chi si trovava sul posto.
Due turisti, operatori sanitari, supportati dai bagnini, le hanno praticato per decine di minuti le estenuanti manovre del massaggio cardiaco. Ma il battito non riprendeva.
Fino all’arrivo della prima ambulanza: solo il personale del 118 è riuscito a rianimarla grazie all’uso del defibrillatore in dotazione.
La donna è stata poi trasportata in elicottero all’ospedale “Giuseppe Mazzini” di Teramo e ricoverata in condizioni disperate nel reparto di Terapia intensiva.
Le altre due donne, anche loro portate in ospedale, sono state poi dimesse nei giorni successivi. Per Pamela, invece, lunedì è terminata la speranza: prima è arrivato l’accertamento della morte cerebrale, poi qualche ora dopo la dichiarazione del decesso.
Sconvolta la cittadina di Alba Adriatica, dove la donna era molto conosciuta.