L’intervista
Ci vorrà ancora qualche giorno per conoscere le cause del decesso di Annamaria D’Eliseo, la bidella 60enne trovata morta nel garage di casa a Lanciano (Chieti) venerdì scorso.
L’autopsia, a causa della positività al Covid della donna, sarà eseguita ad Ancona dove la salma verrà trasportata nelle prossime ore dal Policlinico di Chieti.
Il marito Aldo Rodolfo Di Nunzio, 70 anni, resta l’unico indagato, per omicidio volontario. È stato lui ad allertare i carabinieri, poco dopo le 13, riferendo di aver trovato la moglie esanime impiccata nel seminterrato.
Una versione che da subito non ha convinto gli inquirenti. L’uomo aveva deposto la salma a terra, compromettendo la scena, dove in seguito sono intervenuti i carabinieri della scientifica.
Sul posto anche il medico legale. Bisogna capire se la donna sia morta effettivamente per asfissia da impiccamento o se il suicidio sia stato inscenato, dopo omicidio. In sostanza l’esame autoptico dovrà chiarire se la salma della donna presenti i tipici caratteri del solco al collo, che alla prima ispezione cadaverica non sembravano esserci.
Nel frattempo i cinque figli della coppia si sono rivolti all’avvocato Elisabetta Merlino, per chiedere il rispetto del lutto di famiglia.
“Stanno vivendo un dramma – sottolinea l’avvocato – li accomuna un dolore straziante che stanno vivendo assieme al loro papà. In questi giorni hanno ascoltato e hanno letto parole inqualificabili sul menage dei loro genitori e sul carattere del loro padre. Questo non è il momento di ergersi a giudici implacabili della vita privata altrui – avverte il legale – è invece il momento del buon senso, della riflessione e del silenzio”. Loana, Nunzio, Giuseppe, Josephine e Alnadona, “chiedono di sospendere ogni giudizio sulla loro vita – prosegue l’avvocato Merlino al Tgmax – soprattutto da persone estranee ed esterne alle mura domestiche ma che si sono permesse di esprimere giudizi dannosi, dolorosi, che non hanno fatto altro che rendere ancora più amaro il dolore di questi figli”.