Alla fine sono solo 10, su 194, le bancarelle che verranno trasferite dal corso ai viali per la fiera di Sant’Egidio: ne dà comunicazione ufficiale l’amministrazione comunale di Lanciano. Lo spostamento si è reso necessario a causa della chiusura dell’area di Corso Trento e Trieste, transennata a seguito della voragine creatasi il 16 agosto scorso nel piano interrato del locale “Josephine”.
Nel frattempo i tecnici incaricati dal Comune, il geologo Luigi Carabba e l’ingegnere strutturale Pasquale Di Monte, proseguono il lavoro: dopo aver ispezionato per circa 200 metri l’antica condotta della Pietrosa, che sbuca sotto il ponte di Diocleziano, si pensa di riempire la voragine non con terreno ma con decine di metri cubi di materiale drenante. E non basta: in attesa di consegnare la relazione tecnica sulla situazione di fatto, il geologo e l’ingegnere vorrebbero saggiare con dei carotaggi le condizioni della parte di corso transennata. L’obiettivo è conoscere, nella maniera più precisa possibile, l’ampiezza della voragine.
Al caso sta lavorando anche un perito di parte, incaricato dalla famiglia Paolini, titolare del locale commerciale Martelli, confinante col negozio Josephine: il geometra Claudio Tucci, di Lanciano, ha elaborato la ricostruzione 3D dell’area interessata, con la tecnica del laser scanner, attraverso i target posizionati sui pilastri dei portici, e il Bim, building information modelling. L’elaborato consentirà ai tecnici incaricati di progettare al meglio gli interventi individuati, dalla manutenzione all’adeguamento sismico.
Italia Nostra torna a puntare il dito contro l’amministrazione comunale: “dopo il nubifragio del 22 giugno scorso, che aveva provocato il dissesto a Pozzo Bagnaro – spiega l’architetto Pierluigi Vinciguerra – lanciai un allarme caduto nel vuoto”.
In attesa delle varie perizie, i lavori di ripavimentazione al corso riprenderanno dopo le Feste di Settembre dalla parte alta, fino al semaforo di via Luigi De Crecchio.