Fazione di Angelo Guarnieri
I cugini avrebbero dovuto restituire l’alloggio popolare a Tommaso Guarnieri, una volta uscito di prigione, ma il patto non è stato rispettato. Questo il motivo alla base della rissa aggravata, scoppiata a Lanciano (Chieti) la notte tra il 26 e il 27 giugno scorsi, con protagoniste due famiglie rom, facenti capo rispettivamente ai due fratelli Angelo e Gaetano Guarnieri.
Undici le misure cautelari eseguite, in sette sono agli arresti domiciliari e quattro hanno l’obbligo di firma in Commissariato di P.S.
Primo giorno di interrogatori dal gip Riccardo Audino, che ha ascoltato Angelo Guarnieri, 62 anni, i figli Gaetano, 37, e Fabrizio, 33, tutti ai domiciliari, e il nipote Fioravante Di Rocco, 18 anni, che ha l’obbligo di firma.
“Hanno risposto alle domande del giudice – riferisce al Tgmax il difensore Vincenzo Menicucci – fornendo la loro versione dei fatti”.
In carcere, a Vasto, c’è Tommaso Guarnieri, che, secondo le testimonianze rese dai famigliari, non ha partecipato alla rissa. La sua assenza si evincerebbe anche dai video acquisiti alle indagini. Ma il tribunale di sorveglianza ne ha disposto l’arresto, come inasprimento della pena alternativa, assieme al cognato Sergio Di Rocco, 42 anni, detenuto invece a Civitavecchia: entrambi erano in affidamento ai servizi sociali.
Gli interrogatori proseguono con l’altro ramo della famiglia. Di Rocco sarà sentito oggi in rogatoria.