E non riapre
Dopo il sequestro preventivo ordinato dal gip, il titolare del ristorante “Ruvido” di Lanciano (Chieti) ha deciso di non riaprire il locale e quindi non rischiare l’arresto.
Massimiliano Serrapica si affida alla sorella Maria, avvocato, e intraprende la battaglia legale.
La contestazione, notificata dagli agenti del commissariato di polizia, fa riferimento ad un regio decreto del 1934, “Testo unico delle leggi sanitarie”. Modificato dal Decreto Legge 25 marzo 2020, n.19, a seguito dell’emergenza sanitaria da Sars-Cov-2, il reato è oggi punito «con l’arresto da 3 mesi a 18 mesi e con l’ammenda da euro 500 ad euro 5.000».
“Un provvedimento abnorme”, dice il legale, che annuncia ricorso al Tribunale del riesame. Impugnata anche l’ordinanza di sospensione dell’attività per 30 giorni, emanata dal Prefetto di Chieti e propedeutica al provvedimento del gip.
“Condivido in parte la sua iniziativa”, dice l’avvocato Serrapica riferendosi alla protesta #ioapro attuata dal fratello in queste settimane, “ma credo che sia arrivato il momento di agire nelle aule di tribunale”.