[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=Y8XLCWMshk0[/youtube]Lanciano, servizio Tgmax 30 dicembre 2016 – Sono preoccupati i coltivatori di Villa Pasquini, nell’agro di Lanciano, dopo la notizia della contaminazione delle acque per irrigazione fornite dal consorzio di bonifica sud. L’avviso del Comune è apparso sul palo della luce una settimana dopo l’ordinanza emanata dal sindaco che vieta l’utilizzo delle acque contaminate nell’area a ridosso del canale, colmo di melma maleodorante; ma tra i residenti la notizia era già arrivata grazie alla stampa locale e al lavoro incessante degli attivisti di Nuovo senso civico, che sul caso hanno presentato una serie di esposti alla magistratura frentana e alle forze dell’ordine. Gli agricoltori hanno attinto l’acqua per i campi e le colture da innaffiare, ma solo ora scoprono che questi pozzetti, invece di portatori della risorsa essenziale per la vita, sono stati distributori di salmonella ed escherichia coli. Da quanto tempo? È il quesito rivolto a chi avrebbe dovuto vigilare: perché ad ottobre, raccontano in coro i residenti di Villa Pasquini, c’è stato uno sversamento abnorme dalla centrale a biogas sui terreni coltivati, che arrivava fin quasi alla strada per Fossacesia. Che cosa abbiamo mangiato finora? Che olive abbiamo venduto ai frantoi? Che uva alle cantine? Tra le testimonianze sul posto, il Tgmax ha raccolto quella di Franco Pasquini, che si è visto costruire la centrale di fronte a casa; da allora la sua vita e quella della famiglia non sono state più le stesse.
Marino Paolucci abita alla fine del canale contaminato: “una casa costruita con anni di sacrifici – ci racconta – che adesso non vale più niente”.
E infine c’è Aurelio Del Bello, volto noto per la battaglia contro l’elettrodotto di Terna: anche a Sant’Onofrio arriva l’acqua del consorzio di bonifica dal canale di Villa Pasquini e lui ci ha innaffiato l’orto di casa.
In attesa degli accertamenti auspicati da Nuovo Senso Civico, sulla scorta delle perizie di tecnici quali l’ing. Tommaso Giambuzzi e il geologo Massimo Ranieri, la natura morta fa mostra di sé sulle sponde del canale colmo di melma maleodorante.
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