“Sono ben 11 gravi negligenze contabili che vedono la Regione Abruzzo operare contro i principi di legalità. Una situazione non più tollerabile su cui viene chiamato in causa direttamente il Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni per chiedere, tramite missiva formale, il commissariamento del Governo D’Alfonso e salvare l’Abruzzo dall’inefficienza che sta devastando la Regione”.
A firmare la richiesta è il gruppo del M5S in Regione Abruzzo che si appella all’articolo 120, comma secondo della Costituzione Italiana, chiedendo che il Presidente Gentiloni si sostituisca agli organi di Regione Abruzzo, stante il mancato rispetto di norme e in tutela dell’unità economica.
“Sembra di rivivere gli anni precedenti al commissariamento della sanità causata dalle negligenze della Giunta Del Turco. Non hanno imparato nulla”, esordiscono i cinque consiglieri regionali del M5S Marcozzi, Mercante, Pettinari, Ranieri e Smargiassi, “per questa ragione, abbiamo deciso di investire del gravoso problema direttamente la Presidenza del Consiglio dei Ministri”.
“Nonostante i ripetuti richiami di Corte dei Conti e Corte Costituzionale, questa Regione continua ad attuare comportamenti dilatori e omissivi che imprigionano i conti dell’Abruzzo in reiterate violazioni di legge” precisa Sara Marcozzi.
Numerose sono state le novità normative in tema di contabilità pubblica dal 2011 a oggi, novità che attengono all’esame dei “bilanci preventivi”, l’esame dei “rendiconti consuntivi” e la parifica del “rendiconto generale della regione” e a maggiori poteri di controllo da parte della Corte dei Conti. Queste novità normative, approvate anche al fine di rafforzare il coordinamento della finanza pubblica tra i livelli di governo statale e regionale, appaiono svilite e svuotate nella loro efficacia dall’azione della Giunta regionale a guida del presidente Luciano D’Alfonso, e il mancato riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi con la consequenziale incapacità di determinare l’esatto ammontare del disavanzo d’esercizio (a oggi quantificabile sulla base del rendiconto 2012 in oltre 574 milioni di euro ai quali vanno certamente aggiunti i 174 milioni di euro di anticipazione di liquidità surrettiziamente non contabilizzati a disavanzo, per un totale di 748 milioni di euro per ora) non hanno ancora permesso la costituzione di un piano di copertura pluriennale (trentennale) relativo all’eventuale e probabile maggiore disavanzo d’esercizio derivante dal riaccertamento straordinario dei residui”.