Riprende il 21 ottobre la programmazione musicale del Festival ‘Nell’Aterno scorre Musica’, a cura della pianista aquilana Sara Cecala con il sostegno della Fondazione Carispaq.
Il primo dei tre appuntamenti in programma è con il trio abruzzese-molisano dei Taraf de Gadjo, impreziosito dai virtuosismi del violinista Domenico Mancini e dalla maestria del chitarrista Giuseppe Spedino Moffa, che assieme al contrabbasso di Guerino Taresco propongono un concerto dedicato alla musica gypsy e al repertorio klezmer.
La loro esibizione, che saprà coinvolgere lo spettatore in ritmi trascinanti, è fissata per le ore 18 nel Convento di Santa Chiara (borgo Rivera).
Si prosegue l’11 novembre alle 17.30 con il Pop in chiave Jazz, nella rivisitazione moderna del cantautorato internazionale della band di Daniele Fratini previsto al MuNDA, Museo Nazionale d’Abruzzo. Il programma si conclude con con l’evento speciale di venerdì 15 dicembre, ore 18 al Palazzo di Giustizia, con un omaggio alla canzone colta napoletana del quartetto Caruso/Santoro/Adovasio/Ciccone.
La rassegna, giunta alla 11/a edizione, è nata come viaggio itinerante nei piccoli borghi dell’Aquilano per rivitalizzare il legame identitario ed indissolubile tra il contado e la città e con l’obiettivo di promuovere il connubio tra la natura e le arti musicali, tra il fiume Aterno, le cui acque uniscono virtualmente gli abitanti di Montereale ai popoli subequani, e la storia del capoluogo.
“Quest’anno – spiega il direttore artistico Sara Cecala – diversamente dal passato, tutte le iniziative, ad ingresso libero, avranno come palcoscenico L’Aquila e i suoi tesori architettonici, quelli nati dopo il sisma”, quali l’Auditorium del Parco del Castello ed il MuNDA, oltre a “quelli restituiti alla collettività grazie agli interventi di restauro come il Convento dei Santi Francesco e Chiara”.
Proprio nel complesso monastico, il 21 ottobre, alle ore 17, è prevista una visita gratuita che abbraccerà anche i luoghi simbolo della cultura della legalità, come il Palazzo di Giustizia che aprirà appositamente le porte “a suggellare – commenta Cecala – il sentimento di fiducia nelle istituzioni e nel diritto, troppo sovente affievolito, da ritenersi, viceversa, essenziale nel processo di ricostruzione materiale e morale del territorio tutto”.