La Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila ha accolto l’istanza presentata dalla difesa alla prima udienza del processo di secondo grado: Fabio Di Lello sarà sottoposto a perizia psichiatrica. L’uomo, condannato a 30 anni dalla Corte d’Assise di Lanciano il 24 marzo scorso, è in carcere nell’istituto di pena frentano per aver ucciso Italo D’Elisa, 21enne di Vasto.
“Nel corso dell’udienza – riferisce l’avvocato Pierpaolo Andreoni, che cura la difesa assieme a Giuliano Milia – la Corte ha preliminarmente acquisito la documentazione medica che abbiamo presentato e ha poi ammesso la perizia psichiatrica, al fine di accertare la capacità d’intendere e di volere del nostro assistito dal momento in cui è avvenuto il fatto fino a oggi”. La perizia psichiatrica fu chiesta dagli avvocati di Di Lello anche durante il processo di primo grado, ma a Lanciano non venne accolta.
Prossima udienza, a L’Aquila, il 21 febbraio, per la nomina del consulente tecnico che dovrà accertare la capacità di intendere e di volere dell’imputato e, entro la scadenza che verrà fissata in quella stessa udienza, consegnare una relazione con cui comunicherà alla corte i risultati dell’accertamento.
Di Lello uccise D’Elisa sparando tre colpi di pistola il primo febbraio 2017, a Vasto, davanti a un bar di viale Perth, dove il giovane si era recato in bicicletta. Secondo i giudici di primo grado, la sua fu una vendetta premeditata: l’ex calciatore 34enne della Pro Vasto riteneva responsabile D’Elisa della morte della moglie, Roberta Smargiassi, avvenuta il primo luglio 2016 a Vasto. A bordo della sua auto, il 21enne travolse la donna in scooter all’incrocio tra corso Mazzini e via Giulio Cesare.
A rappresentare la pubblica accusa in appello c’è di nuovo il procuratore di Vasto, Giampiero Di Florio, oltre alle parti civili, i familiari di D’Elisa, rappresentati dagli avvocati Pompeo Del Re e Gianrico Ranaldi.