Stop al via vai sul luogo del delitto.
Il Comune di Pescara ha fatto chiudere l’accesso alla striscia di terreno a ridosso della ferrovia, in fondo al Parco Baden Powell, dove domenica pomeriggio è avvenuto l’assassinio del 16enne Cristopher Thomas Luciani.
“Stiamo ripristinando la recinzione che qualcuno aveva divelto”, dice un responsabile della Pescara Multiservice al Tgmax.
La nonna di Cristopher sul luogo del delitto
Il sindaco di Rosciano e la nonna del ragazzo sono arrivati prima delle 8, questa mattina.
“Pochi minuti sul luogo del delitto, prima che intrusi e curiosi potessero disturbare”, dice una testimone al Tgmax.
Una preghiera e poi hanno lasciato un mazzo di roselline gialle.
“Ora che sei volato in cielo, brillerai come la stella più luminosa. Rimarrai per sempre nei nostri cuori e ora veglia su tua nonna. Riposa in pace, piccolo Cristopher”, firma il sindaco a nome di tutta la comunità di Rosciano.
Fiori e pietà popolare
Si fa spazio la pietà popolare che di giorno in giorno cresce, con gente che continua a portare fiori e a lasciare pensieri all’ingresso del parco di via Raffaello.
Sono mamme, papà, giovani e amici del ragazzo, barbaramente ucciso da suoi coetanei.
Autopsia e indagini
Sul fronte delle indagini, la procura dei minori dell’Aquila ha affidato l’incarico per l’autopsia al medico legale Cristian D’Ovidio.
L’esame sarà determinante per chiarire la dinamica dei fatti e appurare cause e tempi della morte di Cristopher.
Convalidato il fermo dei due minorenni, ospitati in due diversi centri di accoglienza, uno a L’Aquila l’altro a Roma.
Nel decreto di fermo della Procura minorile aquilana, sono state allegate diverse foto: in una si vede uno dei fermati con pugno sul petto e atteggiamento fiero, scattata alle 18:21 di domenica, un’ora dopo l’omicidio.
Nel provvedimento sono stati allegati anche alcuni fotogrammi estrapolati dalle immagini dei sistemi di videosorveglianza, nell’area del parco, in cui si vede il gruppetto di cinque ragazzi, tra cui la vittima con felpa bianca e bermuda blu.
Erano le 16:54.
Alcuni si sposteranno all’interno del parco, dietro la vegetazione dove Christopher è stato ucciso con 25 coltellate, 15 sferrate da un minorenne e 10 dall’altro, dicono gli inquirenti.
I due presunti assassini vengono ripresi mentre escono dal parco, senza Cristopher, alle 17:21.
Le immagini confermano quanto emerso dalle testimonianze dei ragazzi: uno dei presunti assassini si è cambiato la maglietta, dopo l’omicidio.
Si fa strada, quindi, l’ipotesi della premeditazione.
Secondo le testimonianze, infatti, i due fermati si sono recati all’appuntamento con Christopher, per regolare un piccolo debito probabilmente di droga, già con il coltello nello zaino e addirittura una piccola pistola, oltre a indumenti di ricambio.
Poi tutto il gruppetto è andato a farsi un bagno al mare, come se nulla fosse. E lì – secondo le testimonianze – i due presunti assassini avrebbero raccontato in sintesi quanto accaduto a tutto il gruppetto, che era comunque stato già messo a conoscenza della gravità dei fatti dal ragazzo figlio di un ufficiale dei carabinieri. È stato lui a far scattare l’allarme, raccontando tutto ai genitori appena rientrato a casa.
Nessuno nell’immediatezza dei fatti ha pensato a chiamare i soccorsi.
Fratello e padre degli indagati
Restano dolore e sconcerto.
“Non chiediamo sconti”, ha detto il fratello di uno dei due indagati.
Dure anche le parole del colonnello dei carabinieri, padre di uno dei due minorenni fermati.
“Mio figlio vivrà una vita da consegnato, come diciamo noi”, dice al Corriere della Sera.
“Desidero che tenga presente nel tempo cosa è accaduto – prosegue – che abbia vivo il ricordo del ragazzo che ha visto morire e che ne sia all’altezza”.
Il colonnello aggiunge anche che non solo non si assolve come padre, ma che “nessun adulto può farlo davvero”.
E che forse la situazione è peggiore di come la stampa la sta rappresentando.