Duecentocinquanta euro di debiti per droga. Sarebbe questo il movente scatenante la furia omicida di due adolescenti della “Pescara bene”, figli sedicenni uno di un’avvocata e l’altro di un maresciallo dei carabinieri, nei confronti di un coetaneo.
Christopher Thomas Luciani, di Rosciano, è stato ucciso con 25 coltellate, nel parco intitolato al fondatore dello scoutismo.
Un tragico episodio di cronaca diametralmente opposto ai principi educativi dei giovani, di Lord Baden-Powell.
Luciani era fuggito venerdì dalla comunità di recupero di Isernia, dove si trovava per scontare una condanna per piccoli reati.
Domenica pomeriggio, intorno alle 18, il ragazzo è stato attirato in una zona non sorvegliata del parco, tra eleganti palazzi di recente costruzione, e poi colpito ripetutamente con un coltello da sub. I suoi killer si sarebbero accaniti sul corpo della giovane vittima anche dopo il decesso.
Nascosto il cadavere tra i cespugli, gli assassini si sono ricongiunti al gruppetto di 7 o 8 amici con cui si erano dati appuntamento davanti al parco e tutti insieme si sono quindi recati in spiaggia per un tuffo in mare.
Lo stesso specchio d’acqua dove i sommozzatori cercano l’arma del delitto.
A far scoprire il cadavere di Thomas è stato un ragazzo del gruppo, che in serata avrebbe realizzato la gravità dell’episodio.
I due minorenni fermati, entrambi studenti liceali, non hanno invece mostrato particolari emozioni durante il primo interrogatorio.
Gli inquirenti parlano di “un incredibile disagio giovanile, una sorprendente carenza di empatia emotiva ed una palese incapacità di comprendere l’estremo disvalore delle azioni commesse”.
L’inchiesta è in mano alla Procura per i minorenni dell’Aquila.
Un anno fa Luciani, abbandonato da piccolo dai genitori e cresciuto con la nonna, era scomparso da casa per 24 ore, prima di essere ritrovato in stato confusionale a Pescara.
Le indagini proseguono per fare luce su tutti i dettagli di questo efferato omicidio: i due presunti assassini, individuati anche con le immagini di videosorveglianza, sono in stato di fermo in un centro di prima accoglienza: entro quattro giorni ci sarà l’udienza di convalida.
A Rosciano c’è sgomento.
Thomas, noto ai servizi sociali del paese, nel programma rieducativo avrebbe dovuto frequentare un laboratorio per parrucchieri a Campobasso. Non avrà una seconda occasione, la sua giovane vita ha cessato di esistere.
La prima notizia
Venticinque coltellate. Il figlio di un maresciallo dei carabinieri e il figlio di un noto avvocato sono gli assassini in erba del sedicenne trovato ucciso, ieri sera, nel parco Baden Powell a Pescara.
Sullo sfondo lo spaccio di droga tra minori della “Pescara bene”.
La vittima è Thomas Luciani.
A lanciare l’allarme sull’omicidio, alcune ore dopo i fatti, secondo quanto appreso, è stato un giovane pentito, alcune ore dopo il delitto: anche lui faceva parte del gruppo insieme ai due indagati, che sarebbero gli autori materiali dell’accoltellamento.
Dopo l’omicidio, il giovane avrebbe compreso la gravità dell’accaduto. Ha quindi allertato le forze dell’ordine, fornendo i dettagli del delitto e indicandone il luogo, consentendo il ritrovamento del cadavere.
In poche ore gli investigatori hanno individuato i presunti responsabili.
Determinante, oltre alla testimonianza del ragazzo pentito, la visione delle immagini delle telecamere di sorveglianza presenti al parco e allo stabilimento balneare, dove i ragazzi si sono recati a fare il bagno subito dopo l’omicidio e dove si sarebbero disfatti dell’arma del delitto, presumibilmente un coltello da sub.
Un fatto di cronaca che scuote l’opinione pubblica della città e dell’intero Abruzzo, subito rimbalzato sugli organi di stampa nazionali.
Il corpo della vittima è stato trovato alle 21 di domenica 23 giugno.
Il gesto efferato è stato premeditato dagli assassini, secondo gli inquirenti.
Le indagini sono state condotte da personale altamente specializzato della Squadra Mobile pescarese, dall’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico e dalla Polizia Scientifica.
E’ stato così possibile identificare la vittima e ricostruire la dinamica di quanto accaduto, in particolare le cause che hanno determinato l’efferato evento omicidiario da ricondurre ad un diverbio connesso alla gestione di sostanze stupefacenti, riferiscono dalla Questura.
La vittima sarebbe stata attirata in una zona non sorvegliata retrostante il parco e poi colpita ripetutamente con un’arma da taglio nelle parti vitali del corpo.
Gli accertamenti, riferiscono gli inquirenti, sono maturati nell’ambito del raccordo operativo tra la Procura ordinaria di Pescara e la Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di L’Aquila. Infatti, il Pubblico Ministero di turno della Procura Minorile ed il suo Procuratore Capo, dopo il sopralluogo sul luogo del delitto, si sono recati negli uffici della Questura di Pescara – Squadra Mobile, per ascoltare i testimoni per tutta la notte fino alla mattinata di oggi ed a analizzare tutti gli elementi utili.
Le sinergie operative hanno consentito di imprimere una svolta significativa alle indagini con l’acquisizione delle immagini di sorveglianza presenti nella zona antistante del parco e in prossimità di uno stabilimento balneare dove tutti i componenti del gruppo si sono recati dopo l’efferato crimine.
E’ utile segnalare anche la cooperazione dei reparti investigativi della Questura di Pescara (Squadra Mobile, le Volanti e la Polizia Scientifica) che hanno fornito ai magistrati inquirenti elementi investigativi utili a determinare il provvedimento di fermo di due ragazzi minorenni gravemente indiziati del delitto.
La drammatica vicenda, fin dalle prime battute, ha evidenziato un incredibile disagio giovanile, una sorprendente carenza di empatia emotiva ed una palese incapacità di comprendere l’estremo disvalore delle azioni commesse.
Questi atteggiamenti disfunzionali meritano ampio approfondimento, al pari della necessaria ricostruzione delle dinamiche e responsabilità. A tal fine sono dirette le attività investigative in corso, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di L’Aquila.
Il cordoglio del presidente Marsilio
“Il grave evento di cronaca che ha colpito la città di Pescara ci ha lasciato attoniti. Fatti di violenza che coinvolgono dei giovani ragazzi non dovrebbero accadere. A nome personale e della giunta regionale porgo il cordoglio ai familiari della vittima. Ringrazio le forze dell’ordine che da subito si sono attivate per garantire la sicurezza nella città di Pescara”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio.