[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=cH8-9GcM078[/youtube]Lanciano, servizio Tgmax 7 settembre 2015. Sanità: ha aperto a Casoli l’Ospedale di comunità, la struttura è destinata a pazienti che non necessitano del ricovero ospedaliero ma non possono risolvere la propria patologia a casa.
Chiusura, proteste anche eclatanti dei sindaci del territorio Aventino, mannaia della programmazione sanitaria e ricorsi alla giustizia amministrativa: dopo i suoi primi 40 anni, gli utlimi dei quali vissuti tra le polemiche, l’ospedale di Casoli si reinventa e diventa ospedale di comunità. Che non significa che riapre il “Consalvi” come presidio ospedaliero: l’ala ovest del secondo piano sarà messo a disposizione di quei pazienti affetti da patologie cronico-degenerative che, a casa propria, non troverebbero adeguata assistenza per mancanza di una struttura familiare in grado di farsi carico della continuità delle cure. La finalità di questo nuovo percorso di cura è gestire, per un periodo di tempo limitato, pazienti in fase di instabilità o riacutizzazione di malattie croniche, o che hanno necessità di sottoporsi a terapie programmate in un ambiente protetto o, ancora, a programmi di riabilitazione, una volta superata la fase acuta. Infine, l’ospedale di comunità può intervenire, in situazioni di malattia prolungata, anche per dare sollievo temporaneo alla famiglia attraverso un ricovero di breve durata che “spezzi” l’impegno del carico assistenziale. La durata della degenza è generalmente contenuta in 10/12 giorni, di norma non supera i 20 giorni. I dettagli sono stati illustrati dall’assessore regionale Silvio Paolucci, nel corso di una affollatissima cerimonia di inaugurazione, assieme al Direttore generale facente funzioni della Asl provinciale di Chieti, Pasquale Flacco, e il Direttore dell’Area distrettuale Sangro-Aventino, Fioravante Di Giovanni.
Dieci i posti letto attivati nella struttura, destinata ad accogliere gli utenti del territorio della Asl, con priorità per i residenti nell’Area Territoriale Aventino (Casoli, Sant’Eusanio del Sangro, Palombaro, Altino, Lama dei Peligni, Fara San Martino, Civitella Messer Raimondo, Palena, Taranta Peligna, Lettopalena, Torricella Peligna, Gessopalena, Roccascalegna, Montenerodomo, Colledimacine). “E’ un esempio di redistribuzione di servizi alle persone – ha detto l’assessore Paolucci – attraverso una necessaria riconversione della spesa, che sta portando alla realizzazione di una rete integrata dove gli ospedali di primo livello accentrino la casistica acuta e le altre strutture diano la degenza in modo appropriato».
La proposta di ricovero in ospedale di comunità può essere inoltrata al Punto unico di accesso dal medico di assistenza primaria per i pazienti provenienti dal domicilio, o dal reparto se si tratta di pazienti ricoverati, ma anche dall’Osservazione breve del Pronto Soccorso in caso di patologia che non necessita di un ricovero per acuti, ma ha necessità di essere seguito in ambiente protetto. La richiesta è quindi valutata dall’Unità di valutazione multidimensionale, che stila un programma assistenziale personalizzato per ciascun utente, con la contestuale definizione di modalità e tempi del ricovero, obiettivi e verifiche. L’assistenza è assicurata nelle 24 ore da un infermiere, un operatore socio sanitario e un ausiliario. La parte sanitaria, invece, è affidata ai medici di medicina generale, della continuità assistenziale, del Punto di primo intervento e degli specialisti del Presidio. L’ospedale di comunità è collocato nell’ala Ovest del secondo piano del Consavli, nei locali in precedenza destinati alla degenza di riabilitazione, la palestra di fisioterapia è al piano interrato; gli ambulatori a disposizione dei medici di assistenza primaria, invece, saranno compresi nella “piastra ambulatoriale” del piano terra destinata a raggruppare gli studi specialistici (medicina interna, cardiologia, ortopedia, oculistica, ginecologia e altre discipline), la radiologia, il punto prelievi, la continuità assistenziale e il Punto di primo intervento.
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