È uno sciopero contro lo scippo del lavoro quello proclamato dai sindacati alla Honeywell presente in Val di Sangro dal 1992. Fim, Fiom e Uilm temono che la multinazionale dei turbo compressori voglia chiudere lo stabilimento in Italia e trasferire produzione e know how altrove. A rischio ci sono 420 posti di lavoro.
Mentre l’azienda annuncia 35 esuberi, in fabbrica si stanno spendendo 30 milioni di euro per eseguire il backup degli 83 codici di produzione. “Un segnale inequivocabile – dicono Davide Labbrozzi Fiom, Nicola Manzi Uilm e Dorato Di Camillo Fim – che la multinazionale sta clonando lo stabilimento sangrino per poi chiuderlo”.
“L’azienda è anche nostra”, dice il segretario provinciale Fiom Cgil, annunciando l’occupazione della fabbrica.
Di Camillo della Fim Cisl spiega come l’avvento del management francese abbia causato l’apertura della vertenza in Val di Sangro.
Il segretario regionale Uilm chiede alla corporate americana di fermare backup e licenziamenti e al Mise di aprire un tavolo per risolvere la vertenza.