Resta ancora un mistero la causa del decesso di Marilea Cipolla, 28 anni, trovata morta nella casa che condivideva con un amico, al quinto piano di una palazzina signorile a Lanciano.
Questa mattina, nell’obitorio dell’ospedale “Ss. Annunziata” di Chieti, l’anatomopatologo Pietro Falco ha eseguito l’autopsia sul corpo della giovane.
Dall’esame macroscopico, spiega il direttore dell’Unità complessa di Medicina legale della Asl di Chieti al Tgmax, non è emerso nulla.
Bisognerà attendere l’esito degli esami microscopici, come le analisi di laboratorio e esami tossicologici, per comprendere le cause della morte della giovane.
Verosimilmente i risultati saranno pronti entro 60 giorni, “questo il tempo concesso dalla procura di Lanciano” al medico.
La stessa autopsia ha confermato che il decesso non è legato ad azioni violente o ad assunzione di farmaci o altro. Non si esclude che la giovane soffrisse di patologie congenite.
Il pm Greco ha aperto per ora un fascicolo contro ignoti per poter effettuare l’autopsia a cui ha partecipato anche il consulente medico di parte, Domenico Angelucci. La famiglia è patrocinata dall’avvocato Giuseppe Natarella.
La Procura di Lanciano ha rilasciato il nulla osta per i funerali.
La giovane, che lavorava come barista nei locali del centro, venne trovata priva di vita dal coinquilino il 28 marzo scorso, nella sua camera da letto. Era l’ora di pranzo e l’uomo, 65 anni, entrò nella stanza per accertarsi che fosse in casa: erano trascorse 30 ore dall’ultima volta che l’aveva vista in vita.