Farindola (Pescara), 22 gennaio 2017 – E’ un ‘radar doppler’ il sistema di monitoraggio che, da sabato pomeriggio alle 18, controlla i movimenti sulla montagna intorno all’hotel di Rigopiano per proteggere i soccorritori che continuano a lavorare per individuare ed estrarre i dispersi. Se una massa di neve o roccia dovesse muoversi i soccorritori sentirebbero una sirena e vedrebbero accendersi un segnale luminoso. Avrebbero circa un minuto per abbandonare le loro postazioni. Il radar è stato installato 150 metri più a monte del resort. Lo spiega il professor Nicola Casagli dell’Università di Firenze, esperto di sistemi di monitoraggio e frane, centro di competenza della Protezione civile per il monitoraggio della Concordia e in altre decine di crisi in Italia, tra cui, recentemente, il crollo della strada in lungarno Torrigiani, a Firenze. “Nel momento in cui il radar dovesse registrare un movimento, si attiverebbero un segnale luminoso e una sirena per mettere in allerta le 150 persone che operano lassù, all’hotel, e che stanno facendo un lavoro in condizioni davvero proibitive”, spiega il professore che in questo momento è a Penne e sta lavorando nel gruppo di esperti sul rischio valanghe presso il Centro Operativo Misto di Protezione Civile coordinato dalla Prefettura. La finestra di tempo, tra il momento in cui il radar doppler dovesse registrare un movimento di neve o roccia, e l’eventuale movimento franoso a valle, è molto breve, circa un minuto. Ma si è messa a punto e si sta perfezionando una procedura che dovrebbe consentire di migliorare la sicurezza dei soccorritori. “Il bacino sopra l’hotel – spiega il professor Casagli – è molto piccolo e quindi in caso di valanghe o crolli di roccia il tempo di preallarme è necessariamente molto breve. L’unico sistema attualmente disponibile per il monitoraggio in un caso come questo, seppur con un elevatissimo grado di incertezza, è proprio il radar doppler, una tecnologia svizzera, della società Geopraevent, che funziona in maniera simile ai rilevatori di velocità usati dalla polizia stradale, ed è in grado di segnalare se è in corso o è iniziato il distacco di una messa nevosa o rocciosa. Il radar è tarato per individuare il movimento di una massa superiore a 10 mila metri cubi. Se questo accade il radar aziona un doppio sistema di segnalazione”. Il radar è arrivato dalla Svizzera sabato mattina ed è stato posizionato nel corso della giornata. Gli esperti l’hanno attivato alle 18 e dal quel momento è l’occhio vigile sulla montagna mentre i soccorritori, dopo aver estratto vive 9 persone, stanno continuando a scavare, ad addentrarsi tra le rovine dell’albergo Rigopiano alla ricerca di altri superstiti. Ma il gruppo di esperti sta lavorando proprio in queste ore anche su altre ipotesi di sistemi di monitoraggio da installare intorno all’albergo per aumentare la sicurezza di chi opera sul posto. “Non si può immaginare in quali condizioni stanno lavorando queste persone – osserva il professore – la situazione è veramente estrema”.
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