Lanciano, articolo Tgmax 17 ottobre 2013 – “L’Acs ha definitivamente spostato il lavoro destinato alla Sevel da Atessa (Chieti) a Cassino (Frosinone), concludendo così il progetto scellerato di lasciare senza lavoro 23 famiglie. E’ vergognoso il modo subdolo in cui l’Acs ha pianificato e chiuso lo stabilimento, infatti sfruttando il lavoro svolto per la Isringhausen, fornitrice di Sevel, invece di investire in Val di Sangro ha utilizzato i guadagni per fare investimenti a Cassino e realizzare per la prima volta sul nostro territorio il furto del lavoro e dell’occupazione”. La denuncia è di Nicola Manzi, segretario provinciale dei metalmeccanici della Uil, che in una nota inviata alla stampa ripercorre i fatti salienti della vertenza. “L’Acs il 23 luglio scorso ha formalizzato la chiusura e dal 2 settembre ha lasciato tutti i dipendenti a casa, senza lavoro, garantendo loro la retribuzione in attesa del licenziamento, avendo già trasferito gli stampi e la produzione a Cassino. Oggi – scrive Manzi – sono tutti al capezzale dell’Acs con un ritrovato e tardivo interesse anche della politica, ma la verità è un’altra. La brutta storia della vertenza Acs parte dal lontano 2010, quando veniva concessa la cassa integrazione straordinaria per un anno a fronte dell’impegno assunto dalla Direzione aziendale presso la Provincia di Chieti di garantire l’occupazione e il rilancio dello stabilimento. Nel 2011 – continua il segretario provinciale della Uilm – mentre la Sevel aumentava il lavoro per l’indotto, realizzando una produzione di circa 215.000 veicoli, l’Acs, incurante degli impegni presi e contro ogni logica industriale, comunicò la chiusura dello stabilimento”. Decisione questa che scatenò la reazione della Uilm provinciale, il 27 giugno dello stesso anno, infatti, “La Uilm di Chieti dichiarò uno sciopero generale di 8 ore in tutta la provincia, chiamando a raccolta i metalmeccanici – prosegue Manzi -, ma mentre noi scioperavamo per non far portare via il lavoro e inchiodare l’Acs alle proprie responsabilità, la Direzione aziendale si accordava con la sola Fiom Cgil per 2 anni di Contratti di solidarietà difensivi”. Un errore, secondo il segretario provinciale Manzi: “Tutto questo è avvenuto nonostante gli appelli e la protesta della Uilm di Chieti e di tutti i sindaci del territorio, al tempo capeggiati dal sindaco di Atessa Nicola Cicchitti. Per 2 anni l’Acs e chi ha condiviso quel progetto scellerato hanno illuso i lavoratori, mentre utilizzavano gli ammortizzatori sociali, l’azienda continuava indisturbata a delocalizzare il lavoro e l’occupazione da Val di Sangro a Cassino. Vergogna!”.
Cronaca
- Fossacesia e Casalbordino, denunce e patenti ritirate
- Il Punto Rifiuti e tariffe
- Milena, senza esito le ricerche dei sommozzatori a Fosso del Diavolo
- Milena, quarto giorno: le ricerche si spostano al Fosso del Diavolo
- Milena, proseguono le ricerche: centinaia di volontari e specialisti sul posto
- Lanciano e Macerata, primo anniversario del patto di gemellaggio
- Milena non si trova, proseguono le ricerche tra mare e lecceta
- Donna di Lanciano scomparsa, la cercano a Torino di Sangro