Oggi pomeriggio il Commissariato di polizia di Lanciano ha tolto i sigilli all’appartamento e ai garage, dissequestrando la casa di Milena Santirocco in centro.
Gli immobili erano stati sequestrati sabato scorso, nell’ambito dell’inchiesta aperta per sequestro di persona.
Venuta meno l’ipotesi di reato, dopo la ritrattazione della donna ascoltata per ore dal pm nella giornata di domenica, due agenti e l’ispettore capo della polizia giudiziaria, si sono recati dapprima a casa dei genitori della 53enne e con il figlio minore Denis, che vive con la mamma in centro, sono andati poi a togliere i sigilli.
Dal finto rapimento al tentato suicidio, la maestra di danza ha tenuto col fiato sospeso un’intera comunità e il Paese.
In tanti temevano per le sue sorti, cercando di capire come potesse essere accaduto che una donna sparisse senza lasciare tracce.
Poi il colpo di scena.
L’infanzia a Torre Sansone
Sconcerto nella località Torre Sansone, dove Milena è cresciuta con la sua famiglia.
E’ qui, nella casa paterna, che i poliziotti l’hanno accompagnata, dopo averla ascoltata in Commissariato per ore nella giornata di domenica.
Fuori dal cancello azzurro c’è un vero e proprio presidio delle Tv nazionali.
Le troupe trasmettono quotidianamente, e più volte al giorno, collegamenti con le varie dirette, interrogandosi sui tanti misteri che avvolgono ancora la vicenda della scomparsa e che nessuno spiega.
Alcuni residenti dicono al Tgmax: “Non ce lo aspettavamo, è una famiglia molto riservata”.
E ancora: “Le due sorelle sono cresciute qui. Sonia frequentava l’asilo davanti casa, con mia figlia”, dice una nonna che si reca a riprendere la nipotina alla scuola dell’infanzia “Torre Sansone” dell’IC Don Milani. “Da piccole partecipavano alle processioni e alle feste tradizionali della città, con la mamma che le preparava. Sembravano due santine”.
“Chi poteva immaginare un tale epilogo?”, si chiedono altre donne del posto.
“Ho avuto il cuore in pena per sei giorni”, dice un’altra nonna, portandosi una mano al petto. Poi fa salire in auto il nipotino, per assicurarlo al seggiolino su sedile posteriore. “Se ci ripenso adesso, mi sale una rabbia – riprende – ma non voglio aggiungere altro”, e se ne va.
“La nostra contrada ormai è conosciuta in tutta Italia, siamo più famosi della Via Verde”, ironizza un’altra donna davanti alla scuola.
Le indagini proseguono
Sul fronte delle indagini, la polizia dovrà vagliare, passo dopo passo, giorno dopo giorno, il racconto a tratti confuso e disordinato di Milena, che è molto provata.
Gli accertamenti delle forze dell’ordine, quindi, vanno avanti per verificare la seconda versione della 53enne.
Quella dell’allontanamento volontario e del percorso fatto fino all’arrivo in Campania, a Castel Volturno, dove si è palesata in un bar chiedendo aiuto.
Mentre la Procura di Vasto, titolare dell’inchiesta, dovrà decidere se archiviare la vicenda o precedere in qualche modo.
Il questore di Chieti nel frattempo tranquillizza tutti, “la nostra provincia è sicura”.