Chieti, 22 febbraio 2016 – Trentotto milioni di euro di evasione fiscale: si chiama Disappear l’operazione eseguita dal Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Chieti, che ha portato all’individuazione di una società di capitali operante in totale evasione nel settore del commercio di prodotti telefonici di alta gamma. L’intera operazione ha fatto emergere oltre 38 milioni di euro tra base imponibile ed Iva non versata oltre a segnalare all’autorità giudiziaria competente due responsabili per aver omesso di dichiarare e pagare imposte oltre a distruggere la contabilità.
In particolare la società verificata ha provveduto ad acquistare da società italiane, cosiddette “cartiere”, costituite solo sulla carta al fine di evadere le imposte, attualmente in fallimento, un ingente quantitativo di prodotti elettronici, approfittando di un prezzo più basso a causa del mancato pagamento da parte delle società fornitrici delle imposte dovute.
Successivamente la merce veniva rivenduta ad un prezzo inferiore a quello di mercato “realizzando ovviamente – si legge in una nota della Gdf di Chieti – una situazione di concorrenza sleale nei confronti degli operatori onesti, penalizzati da un operatore in grado di offrire prezzi considerevolmente più bassi, tenuto conto che la società verificata ha omesso completamente il pagamento delle imposte”.
“Dopo aver effettuato tali movimentazioni di merci – prosegue la nota – sono state poste in essere una serie di operazioni cartolari in capo alla medesima società finalizzate a trasferire sia l’intero capitale sociale nelle mani di un unico socio (prestanome di nazionalità rumena, senza fissa dimora) che la sede legale a Napoli nei Quartieri Spagnoli, tutto ciò con l’obiettivo di far materialmente “sparire” il soggetto giuridico e, soprattutto, la relativa documentazione amministrativo-contabile al fine – scrivono inoltre i finanzieri nel comunicato stampa – di impedire la ricostruzione dell’effettivo giro d’affari e porre al riparo i responsabili dei fatti illeciti da eventuali azioni dirette”.
“Solo una lunga e minuziosa attività d’indagine ha consentito l’individuazione sia dei professionisti che hanno materialmente curato la contabilità della società sia il rinvenimento di parte della stessa, permettendo l’individuazione dei clienti presso i quali – scrivono dal Comando provinciale delle fiamme gialle di Chieti – è stato possibile acquisire i documenti (fatture) che hanno consentito di delineare il preciso quadro probatorio documentale afferente l’illecita attività svolta”.
“L‘attività delle Fiamme Gialle teatine, coordinate dal Comandante Provinciale, Col. t. ISSMI Vittorio Mario Di Sciullo, prosegue con impegno sul territorio, al fine di evitare che aziende non in regola pongano in essere una concorrenza sleale verso chi rispetta correttamente quanto previsto dalle normative, trovandosi in questo modo svantaggiate e con maggiori costi rispetto a chi con disinvoltura – conclude la nota – non le osserva e può spuntare così un prezzo sul mercato più favorevole, in questo modo inquinandolo”.
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