A Lanciano
Sono arrivati di buonora e alle 8:30 hanno varcato la soglia del carcere di Lanciano gli avvocati difensori di Antonio Colasante, l’imprenditore arrestato lunedì scorso per una maxi liquidazione non dovuta, secondo l’accusa, dalla Asl provinciale.
Al gip Massimo Canosa, giunto alle 9 nell’istituto di massima sicurezza, accompagnato dal Pm Rosaria Vecchi, Colasante ha risposto nel corso dell’interrogatorio di garanzia durato circa un’ora.
L’uomo, con precedenti risalenti all’epoca di Mani pulite, è a capo della Publiclean, la società che ha l’appalto di lavanolo nella Asl: è accusato di auto riciclaggio della liquidazione di 2 milioni 130 mila euro in più del dovuto per il servizio svolto in un periodo di sei anni, dal 2009 al 2015.
I soldi, finiti sul suo conto attraverso passaggi di bonifici transitati, in pochi giorni, in altre tre società della Holding, erano stati infine utilizzati per l’acquisto di una villa a Porto Cervo, posta sotto sequestro preventivo.
All’uscita dal carcere i difensori Giuliano Milia e Elio Di Filippo hanno riferito poche parole, senza fermarsi a parlare con i cronisti: “È andata bene, Colasante ha chiarito tutto”.
La difesa ha chiesto al gip la revoca della misura cautelare in carcere con la concessione dei domiciliari o di altre misure meno restrittive. Lungo la strada tra il carcere e la città, l’incontro con la famiglia.
Aggiornamento del 12 novembre 2018
Lo “scandalo delle lenzuola” all’ospedale di Lanciano, come è stato ribattezzato, si chiude con l’assoluzione dell’imprenditore Antonio Colasante e di 4 amministratori delle sue società. Vanno a processo, invece, i funzionari e dirigenti della Asl Lanciano Vasto Chieti. E’ quanto deciso, questa mattina, dal giudice delle udienze preliminari del Tribunale di Lanciano, Marina Valente. Complessivamente erano 9 gli imputati.
Il gup ha assolto Colasante, difeso dagli avvocati Franco Coppi, Giuliano Milia ed Elio Di Filippo, dall’accusa di riciclaggio perché il fatto non sussiste. Assolti, con formula piena, anche i suoi dipendenti: Sonia Pace, 53 anni, di Lanciano, amministratore unico della Hospital Service; il rumeno Costantin Gogonea, 42 anni, di Lanciano, amministratore di Publiclean; Camillo Desiderioscioli, 49 anni, di Guardiagrele, legale rappresentante della Omnia Servitia, ed Enio Colasante, 61 anni, di Guardiagrele, amministratore della Zaffiro srl e fratello di Antonio Colasante.
Disposto anche il dissequestro della villa, del valore di circa 6 milioni di euro, che Colasante ha a Porto Cervo, Arzachena (Sassari).
Tuttavia il giudice, per Antonio Colasante, ha comunque disposto che gli atti tornino in Procura affinché venga vagliata, a suo carico, la possibilità di un’accusa per abuso d’ufficio.
Nel corso della stessa udienza sono invece stati rinviati a giudizio, per abuso d’ufficio, il manager della Asl Chieti Lanciano Vasto Pasquale Flacco; la dirigente Asl Tiziana Spadaccini, di Vasto; Stefano Maria Spadano, 53 anni, di Lanciano, direttore Affari Generali e Legali; Rita Pantaleone, 55 anni, di Lanciano, funzionario economale, che lavorava a stretto contatto con la Spadaccini.