Antonio Colasante ai domiciliari e la dirigente Asl Tiziana Spadaccini sospesa dal lavoro.
Questi i provvedimenti cautelari sostituivi emessi oggi dal gip di Lanciano Massimo Canosa in merito all’indagine sulla contestata transazioni per il servizio di lavanderia svolto dalla Publiclean di Colsante, dal 2009 al 2015, e che ha portato la Asl Lanciano-Vasto-Chieti a liquidare 2 milioni e 130 mila euro in più del dovuto, rispetto a “zero euro” secondo la procura.
Lo scorso 6 marzo Colasante era finito in carcere per l’accusa di riciclaggio di quel danaro, con cui ha comprato una villa a Porto Cervo, in Sardegna, mentre la Spadaccini era finita ai domiciliari per abuso d’ufficio e falso ideologico, provvedimento oggi sostituito con l’interdizione dal lavoro. Nell’inchiesta, coordinata dal pm Rosaria Vecchi, sono coinvolte altre 7 persone indagate a piede libero.
Aggiornamento del 12 novembre 2018
Lo “scandalo delle lenzuola” all’ospedale di Lanciano, come è stato ribattezzato, si chiude con l’assoluzione dell’imprenditore Antonio Colasante e di 4 amministratori delle sue società. Vanno a processo, invece, i funzionari e dirigenti della Asl Lanciano Vasto Chieti. E’ quanto deciso, questa mattina, dal giudice delle udienze preliminari del Tribunale di Lanciano, Marina Valente. Complessivamente erano 9 gli imputati.
Il gup ha assolto Colasante, difeso dagli avvocati Franco Coppi, Giuliano Milia ed Elio Di Filippo, dall’accusa di riciclaggio perché il fatto non sussiste. Assolti, con formula piena, anche i suoi dipendenti: Sonia Pace, 53 anni, di Lanciano, amministratore unico della Hospital Service; il rumeno Costantin Gogonea, 42 anni, di Lanciano, amministratore di Publiclean; Camillo Desiderioscioli, 49 anni, di Guardiagrele, legale rappresentante della Omnia Servitia, ed Enio Colasante, 61 anni, di Guardiagrele, amministratore della Zaffiro srl e fratello di Antonio Colasante.
Disposto anche il dissequestro della villa, del valore di circa 6 milioni di euro, che Colasante ha a Porto Cervo, Arzachena (Sassari).
Tuttavia il giudice, per Antonio Colasante, ha comunque disposto che gli atti tornino in Procura affinché venga vagliata, a suo carico, la possibilità di un’accusa per abuso d’ufficio.
Nel corso della stessa udienza sono invece stati rinviati a giudizio, per abuso d’ufficio, il manager della Asl Chieti Lanciano Vasto Pasquale Flacco; la dirigente Asl Tiziana Spadaccini, di Vasto; Stefano Maria Spadano, 53 anni, di Lanciano, direttore Affari Generali e Legali; Rita Pantaleone, 55 anni, di Lanciano, funzionario economale, che lavorava a stretto contatto con la Spadaccini.